Mamme, papà e figli prigionieri | La scuola negata dei disabili

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26 Settembre 2018, 14:08

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PALERMO-  Sono passate quasi due settimane dall’avvio dell’anno scolastico 2018-2019, ma ancora molti alunni disabili siciliani non vengono accompagnati a scuola attraverso i servizi di trasporto, oppure, una volta raggiunto l’istituto, non trovano le misure assistenziali adeguate allo svolgimento della giornata scolastica.

La denuncia arriva da Antonio Costanza, vice presidente dell’onlus Anffas Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità intellettiva e/o Relazionale). “Stiamo battagliando praticamente da anni – fa presente Costanza – affinché i servizi di assistenza agli alunni con disabilità inizino dal primo giorno di scuola, senza se e senza ma. Senza i servizi, gli alunni sono oggetto di discriminazione: vengono deprivati del loro diritto allo studio”.

Sul tavolo ancora una volta l’annosa questione della gestione dei fondi regionali da destinare all’assistenza: “Quest’anno c’erano le caratteristiche per utilizzarli, soprattutto per le scuole superiori che sono pertinenza delle ex province. Ora, è vero che i fondi sono bloccati, ma è pur vero che ce l’avremmo fatta a sbloccarli se le ex province, i liberi consorzi e le aree metropolitane avessero pianificato per tempo”. “Analizzando le singole realtà – prosegue Costanza – ci accorgiamo che spesso i fondi sono bloccati per ragioni prettamente locali: gli enti non sanno richiederli, non sanno sbloccarli… Da troppo tempo è in atto una guerra tra istituzioni di cui siamo stanchi. Noi, i ragazzi e le famiglie ormai distrutte”.

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Niente diritto allo studio per gli alunni, nessuna garanzia di avere ritmi di vita regolari per genitori e familiari. Un’esasperazione che porta mamme e papà a dedicarsi ai figli rinunciando a tutto: “Come associazione abbiamo spesso a che fare con persone che, pur di portare i figli a scuola, lo fanno senza il permesso di allontanarsi dal lavoro. E di conseguenza il lavoro lo perdono”, spiega il vice presidente di Anffas. “Ci sono mamme che per queste situazioni sono ‘agli arresti domiciliari’, bloccate in casa senza il diritto di avere una vita”.

E le conseguenze del braccio di ferro pregiudicano anche le fasi successive al trasporto: “Che succede agli studenti che riescono a raggiungere le scuole? Gli manca l’assistenza igienico-personale e il sostegno funziona male – è la sintesi di Costanza –. A livello regionale l’assistenza è a macchia di leopardo: ci sono zone in cui si può parlare di servizi efficienti, ma in maniera del tutto casuale possiamo trovarne altre in cui manca tutto. Non crediamo più alla logica delle emergenze, basta con questo legare le persone con disabilità agli aspetti del denaro”.

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26 Settembre 2018, 14:08

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