PALERMO – “Una cosa è certa: il governo non interverrà nella scelta dei manager della Sanità”. E allora, chi li sceglie? L’interrogativo è d’obbligo dopo la pubblicazione, sul sito dall’assessorato regionale alla Salute del maxi elenco di 659 idonei al ruolo di direttore generale delle 17 aziende e ospedali siciliani. Strutture commissariate, al momento. La cui nuova guida sarebbe dovuto essere il frutto di una selezione obiettiva e trasparente. Una selezione affidata a una commissione ‘super partes’. I tre commissari Fulvio Moirano, direttore dell’Agenas, Marco Frey, dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa ed Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest’ultimo in rappresentanza dell’amministrazione regionale, si sarebbero però limitati a “scremare” l’elenco di aspiranti, composto da più di 800 nomi, escludendo soltanto i candidati non in possesso dei requisiti minimi. Riducendo la lista da oltre 800 a 662 aspiranti.
La commissione, in realtà, pare fosse molto vicina alla definizione dei cento candidati da ammettere ai colloqui orali. Ma sarebbe stata fermata appena in tempo. E lo strumento utilizzato per “stoppare” la commissione, è stato un parere dell’Ufficio legislativo e legale, richiesto dallo stesso presidente Crocetta. Un parere che avrebbe sollevato dubbi sulle procedure seguite dai commissari: i criteri scelti dalla commissione, infatti, avrebbero favorito chi in passato ha già gestito le roccaforti della sanità siciliana. “Cosa farà adesso il governo? – aveva commentato Crocetta – niente di particolare: ci limiteremo a far giungere ai commissari il parere dell’Ufficio legale”. Insomma, un modo assai formale per dire ‘fermatevi qui’.
Ma non sono mancate le critiche. L’occupazione ha attaccato, attraverso le parole, tra gli altri, di Santi Formica (“Crocetta è incredibile: prima la sua giunta delibera che sarà una commissione di esterni a valutare i curricula e poi, lui stesso dice che quella commissione non serve più, che finora abbiamo scherzato. È peggio di Lombardo) e Dino Fiorenza (“Non ci scandalizza il fatto che il Presidente della Regione decida di usare il criterio dello spoil system. Evidenziamo piuttosto il fatto che il metodo Rivoluzione Crocetta, tanto sbandierato in nome del nuovo, in realtà non esiste poiché non è altro che un prolifico nominificio”). Insomma, lo si chiami col suo nome: spoil system.
Una rotazione, insomma, che giunge in seguito al mutato colore del governo in carica. Come conferma uno degli alleati del governatore, il presidente della Commissione affari istituzionali Marco Forzese (Democratici e riformisti), che in passato però non ha lesinato qualche critica alla gestione della vicenda-manager: “La scelta dei manager della Sanità – ha detto – sia improntata allo spoil system ed eviti il mantenimento in delicati ruoli di quei soggetti frutto della lottizzazione targata Lombardo. Trovo che si sia perso anche molto tempo, in questi primi mesi di governo Crocetta, nell’avvicendamento dei direttori generali delle aziende ospedaliere. Tra bandi andati a male e passi indietro, – aggiunge Forzese – rimangono saldi ai loro posti personalità scelte dai governi precedenti. E’ giunto il momento del cambio dei vertici degli ospedali, senza più tergiversare e magari con un’azione univoca del governo Crocetta, che come emerge anche dalla stampa, finora non c’è stata minimamente. Trovo altresì giusto che le nuove nomine passino anche dalla I commissione Ars”.E la questione, comunque sia, dall’Ars dovrà passare, visto che il presidente Crocetta sarà chiamato a riferire in Parlamento sulla vicenda delle nomine di manager della sanità pubblica.
L’Ars dedicherà un apposita seduta parlamentare sulla vicenda. Intanto, di sicuro c’è solo quell’elenco, pubblicato sul sito dall’assessorato: i nomi sono 662. Tra questi, i 17 prossimi direttori generali della Sanità. Come verranno scelti, è ancora un mistero. Così come il destino della commissione. Mentre si allungano le ombre di un possibile, nuovo rinvio e di una nuova proroga per gli attuali commissari.