Manager della Sanità, i medici: | "Le nomine? Rompere col passato" - Live Sicilia

Manager della Sanità, i medici: | “Le nomine? Rompere col passato”

"Fare presto, rispettare il criterio della competenza e non confermare chi ha fallito".

PALERMO – “Fare presto, rispettare il criterio della competenza e sancire una discontinuità con il passato non rinnovando gli incarichi a tutti i manager della sanità che hanno fatto male”. Nel giorno in cui si attende il via libera alla lista dei 18 nomi dei manager che dirigeranno Asp e ospedali siciliani per i prossimi tre anni, i sindacalisti delle sigle Cgil, Cisl, Uil, Cimo, Anpo, Fvm, Aaroi, Fassid, Anaao in rappresentanza dei medici siciliani hanno lanciato il nuovo appello al governo regionale guidato da Nello Musumeci. “Una volta – hanno detto – si diceva che il direttore generale di un ospedale doveva seguire il politico del territori, immaginiamo che con il governo Musumeci queste logiche siano state abbandonate”.

Le organizzazioni sindacali hanno così chiesto al governo di fare delle scelte che si basino sui criteri di competenza e documentata capacità. Renato Costa della Cgil medici infatti ha espresso il totale rispetto delle organizzazioni sindacali verso la libertà discrezionale che il governo possiede in queste nomine che sono e basate su un rapporto fiduciario.“Non c’è nulla di male – ha affermato – a che sia confermato un manager che sia stato a capo di una azienda sanitaria siciliana con i tre governi precedenti. Ma, se deve essere rinominato – ha proseguito Costa -, non ci spiegheremmo però perché debba essere spostato dall’azienda che ha diretto. Saremmo così autorizzati a pensare che questo accada per motivi diversi dalla capacità manageriale. Questi valzer sono funzionali alla copertura di un territorio”.

Il criterio del merito è stato approfondito da Massimo Farinella della Cisl medici che ha detto: “Le valutazioni ministeriali sul sistema sanitario regionale nell’ultimo triennio non sono proprio positive. Ci sono delle aziende che hanno lavorato bene mentre altre non hanno fatto così. Il sistema nella sua complessità va male e in parte è stato guidato da direttori sanitari che stanno nelle short list da cui saranno fatte le nomine. Di fronte a ciò – ha concluso – ci aspetteremmo che chi ha operato con scarsi risultati si possa occupare di altro”.

Insomma, i rappresentanti dei medici hanno domandato discontinuità con il passato nei metodi e nelle scelte ma hanno chiesto anche di fare in fretta. Emanuele Scarpuzza dell’Aaroi Emac ha attacato: “I tempi della sanità non sono i tempi della politica, per questo abbiamo bisogno di certezze e di direttori capaci di prendere decisioni stabili” e in tanti durante i loro interventi hanno raccontato che “gli uffici nell’incertezza sono incapaci di provvedere persino agli acquisiti degli strumenti di lavoro più elementari”. Ma non mancano le situazioni opposte come ha spiegato il sindacalista della Uil Fortunato Parisi: “La rete ospedaliera non è ancora stata approvata dal ministero e già alcuni commissari hanno provveduto alla creazione di unità operative e alla nomina quinquennale dei responsabili”.

Anche in questo incontro con la stampa, poi, i sindacalisti hanno richiesto all’assessore Razza un confronto sui problemi della Sanità siciliana, un confronto che “non metta i sindacalisti di fronte alle cose già decise”. Filippo Mangiapane della Fassid, Gaspare Calì della sigla Fvm e Antonino Palermo dell’Anaao sono tornanti a sottolineare quanto sia necessario provvedere alle assunzioni di nuovo personale. Ma l’aumento del personale nelle corsie è connesso anche a come sono gestite le aziende sanitarie e all’efficienza finanziaria del sistema sanitario.

La situazione è descritta da Angelo Collodoro, sindacalista del Cimo. “Ci sono sette aziende che hanno mantenuto costante il deficit fra la produttività e le spese, altre invece hanno aumentato il loro indebitamento peggiorando il rapporto. L’assessorato – ha continuato Collodoro – in passato ha stanziato delle risorse per ripianare questa situazione ma adesso non è più possibile. Se l’indebitamento dovesse continuare a crescere accadrebbe che le aziende mal gestite saranno destinate solo a peggiorare. Peggiorerà il rapporto fra la produttività e la spesa e si avrà minor personale a disposizione peggiorando ulteriormente il dato sulla qualità del servizio che gli ospedali erogano. – e ha concluso – tutto questo sarà solo a danno dei cittadini”.


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