Manca ancora una volta il numero legale. E la seduta dell’Ars “salta”. Tutto rimandato al 6 febbraio. Ancora una volta i lavori dell’Assemblea si arenano contro le assenze di massa dei deputati. Oggi all’ordine del giorno era prevista la discussione e la votazione del Documento di programmazione economico e finanziario, oltre che alcune interpellanze sul tema delle trivellazioni. Tutto inutile. Aula rimandata al 6. Il giorno dopo, Sala d’Ercole chiuderà i battenti, per tornare il 28 febbraio.
E le opposizioni non tardano a da attaccare il governo: “Nonostante la campagna acquisti di riparazione, che il presidente tiene a gennaio così come per il calcio, per la terza volta, questo governo non riesce ad avere un numero legale in aula”, commenta il capogruppo del Pdl all’Ars, Francesco Scoma. “Per tre volte è mancato il numero legale sul Dpef? A dire il vero oggi è ‘merito’ nostro – osserva Nello Musumeci -, abbiamo voluto evidenziare il perimetro di una maggioranza che non c’é. Ma un dato è evidente: c’é un ‘ricatto’ dei grillini che, non partecipando al voto neppure oggi, dimostrano di avere ormai hanno puntato la pistola alla tempia del centrosinistra”. “Invitiamo il presidente Crocetta a fare meno campagna elettorale, a occuparsi di più della Regione e dei suoi problemi, magari iniziando dalla sua maggioranza, oggi ancora inesistente – dice Toto Cordaro, capogruppo del Cantiere popolare all’Ars – Avevamo proposto un accordo istituzionale alla luce del sole ma è stato preferito l’appoggio del Movimento Cinque stelle, che solo all’inizio è stato parte integrante della maggioranza e forza di governo e che oggi invece fa il bello e il cattivo tempo, tenendo in stallo la situazione politica e istituzionale. Subiamo record di assenze in Aula, solo 22 presenze su 90 – e oggi ne emergono di autorevoli”.
“In un clima da bar, una maggioranza claudicante, anzi, una ‘smaggioranza’, per l’ennesima volta si è sciolta oggi come neve al sole – dice una nota del gruppo del Pds-Mpa – sotto i capricci di un Movimento Cinque Stelle in piena campagna elettorale mediatica, ma certamente domani pronto, subito dopo il voto, a scodinzolare alla corte del presidente Crocetta”.
Dalla coalizione di governo arrivano accuse ai grillini: “Si è verificato un corto circuito, c’é un problema di natura politica. Il Movimento Cinque stelle non vota il Dpef, perché accusa Crocetta di non avere bloccato i lavori del Muos: dunque, non c’é una contestazione di merito sul documento economico, quello dei grillini non mi sembra un atteggiamento pretestuoso”, ha detto Pippo Digiacomo (Pd), presidente della Commissione sanità all’Ars,