Manifestazione a Roma contro il riarmo: "Bus dalla Sicilia"

Riarmo, manifestazione a Roma. Di Paola (M5s): “Bus dalla Sicilia”

Le parole del coordinatore regionale del partito
l'annuncio
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PALERMO – “Sono centinaia i siciliani in partenza da tutta l’isola con direzione Roma per partecipare alla manifestazione promossa dal M5s in programma sabato prossimo per dire no al piano di riarmo europeo”. Lo annuncia una nota del M5s, in vista del corteo organizzato dal leader Giuseppe Conte.

Manifestazione a Roma contro il riarmo

“Stiamo registrando un grande interesse e un’ottima partecipazione da parte dei cittadini. Venerdì sera partiranno pullman da tutta la Sicilia per permettere a chi lo vorrà di essere presente a questa grande manifestazione di piazza contro questo folle piano di riarmo, che sottrae importanti risorse alla sanità, alla scuola e alla lotta al caro bollette per un’assurda corsa al riarmo che farà felici solo le lobby delle armi”, dice il coordinatore M5S per la Sicilia Nuccio Di Paola.

Parallelamente il M5S, come sta avvenendo nei consigli regionali di tutta la penisola, ha depositato una mozione all’Ars per impegnare il governo regionale “ad esprimere ferma opposizione al sostegno del piano di riarmo europeo ReArm Europe / Readiness 2030”.

La mozione all’Ars

L’atto, a prima firma del deputato Luigi Sunseri e sottoscritto da tutti i parlamentari M5s, mira ad impegnare l’esecutivo a sostenere nelle opportune sedi istituzionali la sostituzione integrale del piano di riarmo con uno di rilancio della spesa sanitaria, di sostegno alle filiere produttive e industriali agli incentivi all’occupazione, di supporto all’istruzione, investimenti green e beni pubblici europei.

La mozione impegna pure l’esecutivo a esprimere ferma opposizione all’utilizzo per il piano di riarmo di risorse FESR, FSE+ e FSC destinate alla Sicilia e a chiedere garanzie a Roma che nessuna quota dei fondi di coesione e strutturali sarà rifinalizzata, direttamente o indirettamente, alla realizzazione di obiettivi di tipo militare.

Impegna infine l’esecutivo a rifiutare ogni progetto di riconversione bellica del tessuto produttivo regionale sostenuto con fondi europei, come l’ipotesi che vedrebbe coinvolta Termini Imerese.


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