MARSALA – La polizia di Marsala ha arrestato, sottoponendolo ai domiciliari, solo uno dei due giovani tunisini portati, stamattina, in commissariato per il ferimento del 19enne che, la notte tra il 10 e l’11 gennaio scorsi, è stato colpito al capo con un machete davanti ad un locale del centro storico.
L’accusa contestata è lesioni personali aggravate e porto abusivo d’arma. Al Pronto soccorso dell’ospedale di Marsala, il ragazzo ferito alla nuca è stato giudicato guaribile in sette giorni. Grazie alle immagini degli impianti di video sorveglianza, gli investigatori hanno, inoltre, identificato gli altri due tunisini che erano insieme all’arrestato, che stamattina, nel corso della perquisizione domiciliare, è stato anche trovato in possesso di 400 grammi di marijuana. Per questo, dovrà quindi è accusato anche di detenzione di sostanza stupefacente.
La prima persona a prestare i soccorsi fu una infermiera del 118 che dopo essere arrivata sul posto a seguito di una chiamata scoprì che il ferito era il figlio. I due fermati sono due cugini di 24 e 25 anni. Uno è in possesso di permesso di soggiorno in Italia. L’altro è in attesa che gli venga rilasciato. Entrambi sono stati condotti in commissariato. Dopo il ferimento del 19enne, i due cugini sono stati visti più volte aggirarsi tranquillamente nel centro di Marsala.
Su di loro pende anche la richiesta di rinvio a giudizio per rapina e lesioni ai danni da una ragazza marsalese di 21 anni, figlia di un giornalista locale, alla quale lo scorso anno fu strappato dalle mani il telefono cellulare. La giovane oppose resistenza e fu ferita con un coltello ad una mano nel tentativo di evitare, a quanto pare, il fendente al volto.
Nella stessa serata i due presunti rapinatori furono arrestati, ma poi tornarono in libertà. Per questo episodio è stata fissata udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Marsala per il 19 febbraio.