PALERMO- Marta se n’è andata a dodici anni, per una leucemia fulminante, nonostante il personale dell’Ospedale dei Bambini di Palermo abbia fatto di tutto per strapparla alla morte. Il suo papà e la sua mamma hanno detto sì alla donazione degli organi. Antonio e Maria Antonietta Minutella non si sono sottratti all’ultimo gesto d’amore.
“A causa della leucemia – spiega Tania Lazzaro, direttore dell’UOC di rianimazione dell’Ospedale dei Bambini, dove la bambina è stata ricoverata sabato scorso – non era possibile il prelievo degli organi e questo ha acuito ancora di più il dolore dei genitori, che speravano che la morte della figlia potesse almeno servire a far rinascere altri bambini. Simbolicamente hanno comunque firmato il modulo di consenso alla donazione. Ciò dà l’idea della bellezza di questa famiglia, che ha radicato in sé stessa il concetto di dono”. Geraci Siculo, la comunità di appartenenza della famiglia, è devastata.
“Marta era una bambina vivace e solare – dice il sindaco Luigi Iuppa -. A nome dell’intera comunità ringrazio la famiglia Minutella per la lezione di vita e umanità, per essere, ancora una volta, un modello per tutti noi. Il messaggio che ne traiamo è che nella sofferenza causata da un lutto atroce e ingiusto, l’egoismo non ci aiuta. Nel nome di Marta ci occuperemo di diffondere sempre più la cultura della donazione di organi per far sì che dove è stato reciso un fiore possa crescere un giardino” .
La sua parrocchia la ricorda così su Facebook: “Marta era una bambina bellissima e bravissima, intelligente e perspicace, solare e sensibile. Attualmente, frequentava la prima media nel locale Istituto Comprensivo ’21 marzo’. Faceva parte dell’ACR (Azione Cattolica Ragazzi), partecipando assiduamente agli incontri proposti dagli educatori. Inoltre, faceva parte del gruppo dei ministranti, offrendo il suo servizio liturgico, insieme ai suoi compagnetti, durante la Messa domenicale del pomeriggio”. Poi la cronaca di un malore improvviso. E fatale.
Il Coordinatore del Centro regionale trapianti, Giorgio Battaglia, dice: “Lasciare il mondo nella primavera della vita è la cosa più difficile per i genitori, ma papà e mamma hanno urlato al mondo la generosità del gesto del donare per dare la vita a tanti che attendono che la morte non abbia l’ultima parola, non per caso questo gesto giunge nella settimana pasquale”.
Ecco perché questo dono resterà indimenticabile, anche se non si è potuto trasformare in azione concreta: è stato concepito al culmine di una sofferenza innominabile. Nell’amore generoso di suo padre e di sua madre, seminato per sbocciare da qualche parte, Marta, fiore della primavera, vivrà per sempre.