PALERMO – Matteo Tutino sta male. Dice di avere “disturbi di ansia” e ha incaricato i suoi avvocati di chiedere al giudice il permesso di potere essere visitato in casa da uno psichiatra.
Il chirurgo è agli arresti domiciliari dal 29 giugno scorso, quando i carabinieri del Nucleo antisofisticazione si presentarono nella sua abitazione di Carini per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare per le accuse di truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso. Ora dice di stare male, di vivere una profonda condizione di disagio.
Il primario dell’ospedale Villa Sofia, nel corso di un lunghissimo interrogatorio, ha negato le accuse. Le sue risposte, però, non hanno fatto venire meno gli indizi di colpevolezza e il gip ha respinto l’istanza di scarcerazione. Stessa cosa hanno fatto alcuni giorni dopo i giudici del Riesame, davanti al quale l’impianto accusatorio della Procura ha superato la prima valutazione sul punto delle esigenze cautelari.
Nei giorni scorsi Tutino ha chiesto ai suoi legali, gli avvocati Giovanna e Daniele Livreri, di presentare un richiesta al giudice. Vuole essere vistato da uno psichiatra, denunciando un forte stato di ansia. Spetta ora al giudice per le indagini preliminari dare il via libera all’accesso del medico nell’abitazione del chirurgo. Dopo che anche la Procura ha dato parere favorevole, si tratta solo di individuare lo psichiatra da incaricare. È solo una formalità che sarà risolta già nelle prossime ore.
