Medici stressati, pronto soccorso vuoti | Coronavirus, la Sicilia aspetta (e spera) - Live Sicilia

Medici stressati, pronto soccorso vuoti | Coronavirus, la Sicilia aspetta (e spera)

I medici di base sotto stress. I pronto soccorso vuoti. Le scuole chiuse. Sui social ci si fa coraggio.

Il racconto
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3 min di lettura

PALERMO- Un altro degli eroi silenziosi al tempo del Coronavirus – eroe del dovere quotidiano – è il medico di base. Che risponde al doppio delle telefonate. Che viene chiamato in causa dal triplo dei pazienti. E sono persone stravolte dalla Grande Ansia. Che incalzano continuamente. Che vogliono risposte precise. Che non si fermano mai. Ecco perché il caro e sempre disponibile medico di famiglia – il primo presidio sul territorio che offre riparo e sicurezza – vive giorni difficili, con il peso di una fatica non indifferente.

“E’ normale che sia così in un momento d’emergenza – dice Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo -. E’ logico che ci si rivolga al professionista della sanità con preoccupazione, la popolazione è in stato di allerta. Al momento i colleghi riescono a reggere il carico e le paure di tutti, con un ovvio aumento di stress. Sono un argine fondamentale, visto che, purtroppo, non stiamo fronteggiando una semplice influenza”.

Lancia un appello saggio, il dottore Amato: “E’ importante razionalizzare e adoperare il buonsenso, seguendo le indicazioni di chi ne sa di più. Chi non si sente in perfetta forma stia a casa, come accadeva anni fa, senza farsi prendere dalla frenesia del lavoro a ogni costo, evitiamo i luoghi affollati, copriamoci bene… Sono poche cose utili che possono contare tantissimo”.

Intanto a Palermo, e non solo a Palermo, la paura del Covid 19 ha risolto, suo malgrado, il problema del sovraffollamento nei pronto soccorso che appaiono perfino desolati, se si comparano gli accessi attuali alla consuetudine.

A Villa Sofia e al ‘Cervello’ si calcola già il trenta per cento di urgenze in meno. Mercoledì scorso, c’erano circa cinquanta casi da trattare tra le corsie di Villa Sofia, un terzo dei centocinquanta ingressi in ‘periodo di pace’. Lo stesso decremento del Policlinico. All’ospedale Civico la diminuzione è ancora maggiore con una flessione complessiva del cinquanta per cento.

Sono dati che testimoniano il turbamento, ma che danno anche un’indicazione di riflesso sull’uso spesso inappropriato delle nostre aree d’emergenza. Il morale della truppa? “Siamo consapevoli, pronti e aspettiamo gli eventi, quali che siano”, spiega un camice bianco. Si attende. E si spera.

E c’è chi si dà e offre coraggio. Scrive su Facebook una brava dottoressa del pronto soccorso: “Al momento siamo continuamente sollecitati da messaggi di paura attraverso i media. Ciò conduce ad uno stato di prostrazione che conduce via via a un indebolimento del sistema immunitario. Il messaggio più ‘sano’ che al momento mi viene da trasmettere è… non abbiate paura”. Un invito alla precauzione, scansando la psicosi. Le scuole sono chiuse, le chat delle mamme friggono. I teatri calano il sipario. Qualcuno profetizza: dopo i disinfettanti pure i tranquillanti risulteranno introvabili.

Sempre su Facebook, l’avvocato Ennio Tinaglia, penna prestata a LiveSicilia.it, racconta il clima di chiusura e di incertezza con il garbo di un sorriso: “Mi ricordo che al mattino andavo al Palazzo. Lasciavo la bici davanti il salone e lui, Pippo, il barbiere, mi diceva ‘Ennio, tuttapposto?’ E io dovevo rispondere “tuttapposto a m…’. Poi andavo al bar a prendere il caffè. Spesso c’era lui. Un collega briccone che si appostava per farsi offrire il caffè dal primo malcapitato. E poi, si andava a lavorare. Bei tempi, già mi mancano”. La giusta ironia può essere una risorsa preziosa, nell’ora della Grande Ansia.


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