SAN ANTONIO (STATI UNITI D’AMERICA) – Ettore Messina c’ha preso gusto. Dopo l’esordio da head coach in preseason dello scorso anno, l’assistente di Gregg Popovich sulla panchina degli Spurs si è ritrovato nuovamente con in mano il comando delle operazioni, in quella che è stata la prima partita prestagionale dei texani. Un anno fa erano stati i problemi di salute di coach Pop a permettere all’allenatore nato a Catania di prendere momentaneamente il suo posto, quest’anno invece si è trattato di semplice “turnover”, con Popovich rimasto a casa insieme a Duncan, Parker, Ginobili e Diaw.
Messina è volato dunque a Sacramento senza quattro perni della sua squadra, per affrontare i Kings di un Marco Belinelli piuttosto discontinuo (19 punti, con 1/7 dall’arco e 7/18 complessivo dal campo), capaci di imporsi col risultato di 95-92. Una sfida che gli Spurs sembravano poter riuscire a rimontare nell’ultimo quarto, iniziato con i texani sotto di undici lunghezze e immediatamente rientrati in carreggiata col parziale 10-0 messo a segno nei primi minuti della frazione di gioco conclusiva. Gli otto punti consecutivi di McCallum si rivelano decisivi per riaprire la disputa, ma San Antonio non riuscirà ad effettuare il sorpasso, restando sul -1 a trentotto secondi dal termine. Con un possesso da giocare, la scelta è quella di mandare Belinelli in lunetta: l’azzurro non sbaglia, la tripla allo scadere di Williams non entra e la rimonta non si completa.
Nel post-partita, ben diverso da quello di un anno fa, Messina non si dimostra affatto preoccupato da quanto visto sul parquet della Arco Arena: “Ci siamo passati la palla, a prescindere dagli interpreti. Va bene così”. Al di là delle assenze, il peso specifico di un incontro di pre-seaon va sempre preso con le pinze. Questo non vuol dire che Messina e l’intero staff tecnico degli Spurs non si aspettino miglioramenti: “Faremo un passo alla volta, come da nostra filosofia, e cercheremo di partire forte”. Inoltre, pur avendo già una certa esperienza per provare l’emozione di sedersi su quella panchina, non manca la gratitudine per aver avuto l’opportunità di guidare nuovamente il suo roster: “Questa panchina è un bel riconoscimento al mio lavoro”.