Messina Denaro e "Diletta che mi vede spegnere giorno dopo giorno"

Messina Denaro e “Diletta che mi vede spegnere giorno per giorno”

Pizzini e messaggi audio ricostruiscono il rapporto fra il capomafia e la donna
IL RETROSCENA
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PALERMO – Il suo nome in codice era “Diletta”. Lorena Lanceri, arrestata assieme al marito Emanuele Bonafede, sarebbe stata molto legata a Matteo Messina Denaro. Un rapporto che andava al di là del suo ruolo di tramite per le comunicazioni con un’altra donna, Laura Bonafede.

La sua identità è stata svelata partendo dalla testimonianza di una delle pazienti con cui Messina Denaro, ammalato di tumore, faceva la chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo.

Sentita il 18 gennaio dai carabinieri, la testimone a spiegato che Messina Denaro, da lei conosciuto come Andrea Bonafede, le aveva detto di avere una relazione con Diletta. Il finto Bonafede aveva anche messo in contatto le due donne tramite chat audio. La paziente le ha conservate e le consegnate ai militari del Ros.

“Ah c’è Diletta che ha il Covid gliel’ho passato io si sta curando stiamo… stiamo qua a casa assieme a Diletta ti saluta anzi ora te la passo per messaggio”. In sottofondo si era sentito squillare il telefono della donna. I carabinieri hanno estratto i tabulati e confrontato le celle agganciate dai cellulari. Lanceri e Messina Denaro erano insieme in quel momento.

Poi gli investigatori hanno scovato un biglietto conservato nella casa di campagna della sorella del boss, Rosalia, in contrada Srasatto-Paratore: “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu”: così scriveva nel 2019 Diletta in un biglietto diretto a Matteo Messina Denaro.

La lettera di concludeva con la frase: “Sei un grande anche se non fossi MMD. Tua Diletta”. Il rapporto era intenso: “Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. – proseguiva – Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione …. ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti”.

La calligrafia è stata comparata con la denuncia che la donna aveva presentato nel 1999 per lo smarrimento del foglio complementare della macchina.

In un altro pizzino rinvenuto sempre a casa di Rosalia, il latitante le riferiva con quanta amorevolezza la donna gli era stato accanto nei momenti difficili della malattia: “… ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole… piange continuamente e non so come fare, mi vede spegnere giorno dopo giorno, ma io che posso fare”.


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