TRAPANI – Quarantanove vani nel centro storico di Castelvetrano finiti sotto sequestro prima e confiscati poi. Un intero palazzo riconducibile al clan mafioso di Matteo Messina Denaro. Così sembrava, così non è.
Vito Signorello
La Corte d’appello di Palermo ha revocato la confisca e restituito l’edificio a Vito Signorello. Se è vero che Signorello in passato è stato condannato per mafia, altrettanto vero è che una grande fetta dei suoi beni è stata acquistata in una fase antecedente al periodo in cui è divenuto socialmente pericoloso. Altre proprietà, come il palazzo in questione, invece sono frutto dell’ingente patrimonio ereditato dalla moglie Iolanda Biongiardina, figlia di un noto avvocato. In appello ha avuto ragione il collegio difensivo composto dagli avvocati Roberto Tricoli, Luigi Miceli ed Enzo Salvo.
Signorello, docente di educazione fisica ed ex calciatore dalla Folgore, fu arrestato dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani nel dicembre del 2011, e successivamente condannato per associazione mafiosa. I suoi beni finirono sotto la scure delle Misure di prevenzione. Una parte era già stata dissequestrata. Ora tocca ai 49 vani adibiti a uffici in via Mazzini, nel centro storico di Castelvetrano, che in passato hanno ospitato anche una scuola. Vale più di un milione di euro.
