PALERMO – La scheda sanitaria di Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, era stata secretata. Tutte le informazioni contenute nella banca dati del medico Alfonso Tumbarello erano protette dal vincolo di riservatezza.
I pazienti hanno la facoltà di chiederlo. Non è casuale, però, secondo l’accusa, che la procedura fosse stata adottata dal solo Bonafede tra tutti gli assistiti di Tumbarello, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso.
La secretazione si è ritorta contro il medico. Il medico, infatti, si era difeso sostenendo di avere prescritto visite specialistiche, propedeutiche alla prima operazione subita da Messina Denaro all’ospedale di Mazara del Vallo e ai successivi ricoveri alla clinica La Maddalena di Palermo, attingendo al fascicolo sanitario elettronico.
Impossibile visto che, sottolineano i giudici del Riesame che hanno respinto nei giorni scorsi la richiesta di scarcerazione, Tumbarello non aveva accesso ai dati.
Il geometra Andrea Bonafede, colui che ha prestato l’identità al capomafia di Castelvetrano, aveva “secretato anche al proprio medico curante, dal 19 dicembre 2020, la propria scheda sanitaria”.
Il percorso ospedaliero di Matteo Messina Denaro resta uno dei capitolo chiave dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. L’ipotesi è che ci sia un regista, un consigliere medico che ha suggerito cosa fare quando Messina Denaro ha scoperto di avere il tumore.
A fare da tramite sarebbe stata Rosalia Messina Denaro, la sorella del latitante che infatti custodiva il foglio con il diario clinico del fratello nella gamba della sedia all’interno della sua abitazione di Castelvetrano.