Messina, parli chi è responsabile |E la città s’interroga sul futuro

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02 Giugno 2015, 11:43

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MESSINA – Un silenzio che continua a pesare più di ogni parola spesa. A 72 ore da una retrocessione che non smette di bruciare sulla pelle dei tifosi, Messina continua a interrogarsi sul futuro di una squadra retrocessa in D eppure con ampie chances di ritrovare sin da subito il calcio professionistico per via di un ripescaggio che potrebbe rappresentare un nuovo punto di partenza e che invece rischia di tramutarsi in uno stucchevole rebus estivo, peraltro non necessariamente destinato a trovare una soluzione.

Tutto questo a causa della scelta da parte della proprietà di non manifestare, oltre ad alcune doverose considerazioni sull’esito fallimentare di una stagione iniziata male e terminata peggio, le intenzioni di un domani che oggi appare addensato da pericolose nubi. Tanti, forse troppi, punti oscuri senza spiegazione: il Messina ha scelto la strada della mancata comunicazione. Patron Lo Monaco continua a sottrarsi alle domande della stampa, trincerandosi dietro ripetuti “no comment” su una vicenda che andrebbe chiarita al più presto.

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È toccato a Zamparini nel 2013 con il Palermo finito in B, identica sorte un anno fa è spettata a Pulvirenti in quel di Catania: il muro contro muro, specie in questo momento, appare del tutto insensato. E rende asettico ogni discorso sulle possibilità di un pronto riscatto, ammesso che ve ne siano le condizioni. Altri, e non certo meno importanti, interrogativi riguardano la guida tecnica e il parco giocatori, ma sin quando il club non renderà note le proprie intenzioni rimarranno questioni secondarie. Un silenzio rumoroso e che rende ancora più amaro il responso del campo.

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02 Giugno 2015, 11:43

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