Milano. Pandetta arrestato con 12 mila euro addosso

Pandetta arrestato all’uscita del B&B con 12 mila euro addosso

Il trapper neomelodico catanese è stato bloccato a Milano assieme a due persone

Lo hanno sorpreso in macchina, ad una manciata di metri dalla casa presa in affitto a Quarto Oggiaro, rione della periferia di Milano. Niko Pandetta aveva addosso 12 mila euro in contanti. Si era reso irreperibile il 12 ottobre scorso quando è diventata definitiva una condanna a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni. Il trapper neomelodico, che nel suo più grande successo canta “maresciallo non ci prendi”, è stato arrestato.

Gli agenti della squadra mobile di Catania erano andati a bussare alla porta del trappar neomelodico in via Sebastiano Catania, nel capoluogo etneo, per notificargli l’ordine di esecuzione della pena per una storia di droga. La Cassazione ha stabilito che doveva andare in carcere.

Pandetta non era in casa e non vi ha fatto più ritorno. I poliziotti catanesi hanno monitorato i suoi spostamenti. Alcuni dei quali anomali: ad esempio il biglietto comprato per un volo da Lamezia Terme su cui non è salito.

Una pista ha portato fino a Milano, città dove Pandetta si reca spesso per lavoro e per divertimento, tra una serata nei locali milanesi e una partita di calcio a San Siro. In precedenza aveva dormito in un albergo, poi ha scelto una casa.

L’immobile al civico 12 di via Michetti era stato affittato per una settimana tramite un noto circuito on line. Con lui c’erano il manager, un uomo di 33 anni di origini albanesi, e un amico di 38 anni con precedenti per falso.

Stamani è sceso da casa intorno alle 8 ed è salito sull’auto guidata dall’amico. Gli agenti gli hanno intimato l’alt quando si è fermato al semaforo rosso in via Lessona.

Ai poliziotti il cantante neomelodico avrebbe detto di essere venuto a Milano per firmare un contratto discografico. Chiusa la pratica si sarebbe consegnato.

Contestualmente a Pandetta, sempre oggi, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per la notte di violenza all’Ecs Dogana dello scorso 21 aprile scorso. Sarebbe stato Pandetta, nipote del capomafia Turi Cappello, a ‘istigare un gruppo di giovani a fare fuoco. Una vendetta per il no dei ‘carcagnusi’ alla sua esibizione.


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