Sebastiano “Uccio” Missineo c’è. Oggetto misterioso fino a oggi, il neoassessore ai Beni culturali, docente di marketing dell’Università de L’Aquila fortemente voluto da Francesco Rutellcui e dalla sua Api nel quarto governo Lombardo, è arrivato ieri sera a Palermo per insediarsi oggi in assessorato. A trattenerlo fin qui lontano dalla Sicilia, come aveva detto ai giornalisti lo stesso Raffaele Lombardo, era “una cosa grande”: l’adozione di un bambino cambogiano, Phalkun, un bambino di due anni e nove mesi “tutto suo padre”, scherza il neo-assessore, raggiante quando parla di suo figlio e racconta delle prime parole in italiano imparate dal piccolo.
Nativo di Reggio Calabria, cresciuto tra Palermo e Siracusa, Missineo è docente universitario nel capoluogo abruzzese: viveva nell’albergo che si trovava in corrispondenza dell’epicentro del terremoto dello scorso anno, ma quella sera non era in Abruzzo. Tifosissimo del Palermo (“Conosco tutte le formazioni a memoria dal 1972”), amico di Rutelli e molto legato a Mario Bonomo, deputato regionale dell’Api, ha dedicato parte dgeli ultimi quattro anni a coronare il sogno di adottare un bambino. Alla fine ce l’ha fatta, proprio mentre Lombardo lo nominava assessore. Missineo è anche imprenditore del marketing turistico e dei beni culturali. E con lo spirito del fare tipico dell’imprenditore vuole mettere mano al settore dei beni culturali in Sicilia.
“Intendo proseguire sulal linea già avviata dall’assessore Armao, portando vivacità e investendo sui beni culturali per creare reddito e posti di lavoro”.
Quali strategie pensa di mettere in atto?
“Trasferire le logiche tipiche del marketing, come si fa per un dentifricio, ai beni culturali. Cercare i punti di forza di un bene culturale e aumentarne la fruizione, coinvolgendo un numero sempre più alto di persone”.
Cosa le sembra non abbia funzionato fin qui?
“Beh, preferirei parlare di cose che possono funzionare meglio. Anzi tutto bisogna far conoscere molto di più, e non con le tipiche modalità, la nostra offerta culturale. E per farlo occorre fare sistema, quello che si fa con successo in giro per il mondo. Le faccio un esempio che non c’entra coi beni culturali: il golf. Se un golfista va in Soagna o in Portogallo, si sente nel paradiso del golf perchè lì le struttre fanno sistema e garantiscono un’offerta completa. Qui ci sono campi bellissimi, ma non si fa altrettanto”.
Dovrà fare i conti però con tempi di vacche magre. I soldi sono pochi, Lombardo gliel’ha già detto?
“Certo, sarà una delle prime cose che dovremo affrontare. Lombardo mi ha già parlato e l’altra sera con una battuta mi ha detto di non deprimermi. C’è una chance, quella dei fondi strutturali, che vanno sfruttati. Si tratta però di un’arma a doppio taglio, perchè ti fanno sentire d’essere ricco quando non lo sei”.
Ha già deciso al squadra del suo gabinetto?
“Un attimo di pazienza, sono arrivato ieri sera…”.