Catania

La missione di Di Martino: ‘Zona Industriale? Vicenda inaccettabile’

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08 Giugno 2023, 14:03

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CATANIA. Dal 12 maggio scorso è il nuovo presidente di Confindustria Catania. Angelo Di Martino, 80 anni il prossimo novembre ha costruito la sua holding nel mondo del trasporto quasi dal nulla. Ci tiene a specificare “quasi dal nulla”: riuscendo a dare alla sua azienda un’impronta importante e internazionale visto che negli anni vanta diverse sedi in Italia, ma opera anche in Francia, in Norvegia e in tutti i porti della Spagna. Ottocento i dipendenti che arrivano al doppio contando anche l’indotto. A quest’età e con i figli inseriti nella holding ha deciso di impegnarsi in un’impresa che, a Catania, si potrebbe definire quasi titanica: dare un senso organizzato e produttivo alla Zona Industriale di Catania e ha intenzione di farlo con una squadra creata ad hoc e l’indole innata di essere di poche parole.

“Il mio obiettivo principale è mettere a posto la Zona industriale, perché è ancora in condizioni pietose e questo di certo non favorisce le aziende che vi operano né quelle che potrebbero decidere di investire da noi. Un mese fa ho avuto un incontro con la Regione e l’Irsap, c’era il commissario Zes Alessandro Di Graziano, in quell’occasione ho detto che ho intenzione di creare una squadra, una commissione operativa all’interno di Confindustria, per realizzare davvero quanto c’è da fare: manutenzione ordinaria, straordinaria ma anche il mantenimento di quanto sistemato”. 

Ci sono 90 milioni in progetti per la Zona Industriale. Ci sono buone probabilità di crediti d’imposta, ma bisogna curare tutta la città, anche il centro.

“Bisognerebbe affrontare una volta per tutte il problema degli allagamenti alla Zona Industriale. Questa è una partita a sé che ho intenzione di condurre con alcuni bravissimi ingegneri che ho inserito in questa commissione per realizzare dei progetti concreti. Il costo non lo conosco, ma la Regione mi ha assicurato che non è un problema di fondi, i soldi ci sono. Che si usino quindi. È inaccettabile che la gente non possa andare a lavorare se piove. O deve rimanere in azienda o bloccata per strada dentro l’auto”.

Ma chi è il Presidente di Confindustria Catania?

“Sono Angelo Di Martino, ho 79 anni, quindi molta esperienza. Sono partito quasi da zero e mi occupo della holding di tutte le società operative del gruppo che si occupa di automobili, automotive, concessionari, depositi e distribuzione di merce. Siamo a Catania, Milano Piacenza, Grecia, Tunisia, Francia, Norvegia. Abbiamo circa 800 dipendenti, superiamo il doppio con l’indotto. Da alcuni anni sono entrati in azienda i miei figli e devo dire che stanno facendo un ottimo lavoro. Io sono presente, ma adesso lo sarò un po’ meno perché voglio impegnarmi in questo nuovo incarico”.

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Senta, lei è favorevole al Ponte.

“Certo. Il Ponte si deve fare e si farà. Sono pro Ponte da anni e credo anche che sia la madre di tutte le infrastrutture: l’autostrada, la ferrovia. Guardi consideri che in questo momento ci sono merci che non si fermano in Sicilia, perché non abbiamo infrastrutture, arrivano a Rotterdam e poi, dopo essere stata lavorata, riscendono in Sicilia. Una perdita di tempo immensa. Dieci giorni invece dei cinque che sarebbero necessari, senza considerare inquinamento, carburanti”.

Presidente, perchè ha accettato questa sfida a capo di Confindustria anziché godersi meritatamente i nipotini?

“Me l’ha detto il dottore, il riposo fa male. Ho una bella squadra: Gaetano Vecchio(Cosedil), vicepresidente vicario, Lucio Colombo(ST), Salvo Gangi (COVEI), Miriam Pace (Plastica Alfa) ed Eliano Russo (Gruppo Enel). Nuovo tesoriere è Santi Finocchiaro (Dolfin). Restano vicepresidenti di diritto Antonio Perdichizzi (Isola), presidente del Comitato provinciale Piccola Industria e Fabrizio Fronterrè (Alfa Africa), presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Catania. Ma sono tutti più giovani di me, quindi l’età media si abbassa. Io compirò 80 anni a novembre”.

Decontribuzione del Sud e dispersione scolastica: un quadro che non brillante per le giovani generazioni.

“Oggi ci sono giovani appena laureati che scappano dalla Sicilia. In cinque anni sono circa 300 mila, a parte il numero elevatissimo queste persone non torneranno più. Se però riuscissimo a realizzare tutto quello di cui ho parlato nel mio discorso di insediamento questi ragazzi non andranno più via. E non è che andando a Milano guadagnino di più né sono in grado di mettere da parte qualcosa.
Dobbiamo partire dall’Università e fare capire agli studenti, e questo è compito degli industriali, che  nella loro terra c’è posto per loro. Non dobbiamo dimenticare che chi va via sono i migliori, quelli che studiano, prendono buoni voti e non contano sulle raccomandazioni. 
Confindustria porta avanti “L’impresa dei tuoi sogni” da vent’anni, il rapporto scuola/impresa per noi è importantissimo”.

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08 Giugno 2023, 14:03

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