Dallo Zen a Catania: le pistole celebrano Gomorra su TikTok

Dallo Zen a Catania: le pistole celebrano Gomorra su TikTok

Il sangue sulle strade, sui social la celebrazione
STRAGE DI MONREALE
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PALERMO – “Con noi non si gioca, storie di vita vera, viva la vita loca. P… la galera…”. Le strofe di Niko Pandetta fanno da colonna sonora alla sequenza di foto che lo immortalano con un sorriso sornione e qualche amico.

Di contorno sprazzi di Palermo: la terrazza di un centro commerciale, l’interno di una discoteca.

Quella foto prima della strage

Samuel Acquisto, il diciottenne fermato con l’accusa di concorso in strage con Salvatore Calvaruso per il triplice omicidio di Monreale, fa il duro su TikTok. “Sempre insieme fratello, non ti abbandono mai”, scrive su una foto con il presunto complice pubblicata dopo l’arresto.

Emulano Gomorra, ma le pistole sono vere. Come quelle della strage di Monreale, che hanno ucciso tre ragazzi o quelle brandite durante una corsa clandestina di cavalli a Catania. Così su TikTok apparire diventa celebrare chi si vuol essere, mentre il sangue scorre sulle strade.

Calvaruso e Acquisto guantoni e pugni

Samuel Acquisto combatte sul ring contro un avversario in difficoltà. Affonda i colpi, “un po’ di scioltezza”, commenta su TikTok.

In un altro clip si fotografa davanti a uno specchio con i fregi dorati, ancora Pandetta nel sottofondo: “Una vittoria e una sconfitta, ma non gliela do vinta, no. Nel blocco questi diamanti come brillano. Baby, ricorda che sono cresciuto solo, solo”.

Calvaruso con i guantoni fa lo sparring con l’istruttore. La passione per la boxe gliel’ha trasmessa il padre. Musica neomelodica a palla, poi il filmato con le pecore che pascolano a pochi metri dalle cataste dii rifiuti dello Zen.

“Un presto ritorno a casa…”, scrive sulla foto di un amico finito in carcere, baci con gli altri e cavalli pronti per la corsa.

Calvaruso e Acquisto su TikTok

Pandetta e la diretta

Sui video dei due sospettati della strage di Monreale, le canzoni di Niko Pandetta non si contano. Lui è il nipote del boss Turi Cappello, al quale ha dedicato non poche strofe. “È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta“, ha detto pochi giorni fa BabyGang, altro trapper pregiudicato, prima di mostrarlo in diretta al pubblico di Catania, durante un concerto.

Con un’annotazione non proprio marginale: Pandetta era in carcere durante la live e la polizia ha trovato nella sua cella un telefonino.

Un frame del video divenuto virale su tiktok

“Maresciallo non mi prendi”

“Pistole nella Fendi” è uno dei ritornelli più conosciuti di Pandetta, quasi un inno generazionale, da Librino allo Zen di Palermo. Ha avuto meno fortuna, almeno per i due sospettati del triplice omicidio di Monreale e per lo stesso cantautore neomelodico un’altra cantilena: “Maresciallo non mi prendi”.

Dopo il fermo, Calvaruso ha retto meno di mezz’ora sotto le domande degli inquirenti, prima di confessare di aver sparato contro i monrealesi, tra le lacrime. Acquisto ha detto di sentirsi “in colpa”. Si è consegnato direttamente al “maresciallo”. Pandetta lo hanno arrestato a Quarto Oggiaro.


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