Morti di serie A e morti di serie B. Questa la distinzione che è venuta fuori dalla domenica calcistica: nessun minuto di silenzio. Le tragedie non si comparano ma gli atteggiamenti in relazione ad esse sì. Quando accadde il terremoto che scatenò morte e distruzione in Abruzzo, non ci fu stadio in cui non furono dedicati sessanta secondi alle vittime, con i giocatori abbracciati attorno al centrocampo, con gli spalti silenziosi e commossi.
Ma per i morti siciliani niente, almeno al di là dello stretto di Messina. La Federcalcio, infatti, ha autorizzato, su proposta del Comitato Regionale Sicilia e della Lega Nazionale Dilettanti, l’osservanza di un minuto di silenzio prima di tutte le partite dilettantistiche e giovanili della regione in programma nel fine settimana. Cioé, sì alla commemorazione a Palermo e non a Roma, sì al minuto di silenzio a Caltanissetta ma non a Cagliari.
Ma questa diversa attenzione nazionale per i “nostri” morti non è stata avvertita solo sui campi di calcio. Avete visto voi uno speciale sul fango messinese in televisione nella giornata di culmine della tragedia? Avete visto voi la Tim, Vodafone, Wind e Tre adoperarsi con un numero di telefono comune per gli sms di solidarietà? Ecc.
Domande che sono comuni, ad esempio, a più di 2000 iscritti al gruppo su Facebook: “Per l’Abruzzo lutto nazionale, per Messina indifferenza generale”, dove ci si chiede: Cos’è la Sicilia per l’Italia?