PALERMO – “Ciclicamente, ma mai casualmente, si torna a scrivere e parlare di “movida” nella stragrande maggioranza dei casi per indicare orde barbariche che si concentrano in porti franchi, gestiti da gente senza scrupoli, per fare quel pieno di alcol necessario per partire all’assalto della città e poterla radere al suolo. Davanti ad un simile avviso di calamità naturale, ecco ergersi a difensore dell’ordine pubblico questo o quel politico che non manca di sottolineare la pericolosità sociale che si cela dietro i locali notturni”. Lo scrive in una nota Antonio Ferrante, presidente di Vivo Civile ed esponente del Pd in risposta alla nota di Rosario Filoramo (Pd) e Giulio Tantillo (Fi). “Poco conta che la stragrande maggioranza dei gestori dei locali siano imprenditori che si sono costruiti con le proprie forze una professione, offrendo anche un lavoro dignitoso in un momento di crisi, oltre che un palco ai nostri artisti, per non parlare dei tanti che a proprie spese curano anche le piazze e le aree intorno ai locali. Servono capri espiatori e non c’è migliore categoria sulla quale scaricare la rabbia dei cittadini, così da poter distogliere l’attenzione dalle responsabilità di tanti amministratori che in questi anni poco o nulla hanno fatto per dare una regolamentazione che gli stessi gestori con insistenza chiedono ormai da tempo – continua Ferrante – Ho sempre detestato le generalizzazioni, se non altro perché vivendo la politica mi è capitato di sentirmi addosso la sfiducia e la rabbia dei cittadini i cui veri destinatari sono coloro che hanno negli anni rovinato il Paese, e così credo sia ingiusto accomunare tanti onesti lavoratori con i pochi che, usurpando una professione, ne infangano la dignità. Come presidente di un’associazione che da sempre si batte perché venga riconosciuto il valore civile e sociale di chi in questa città fa impresa attraverso l’aggregazione sana, la musica e quindi la cultura, mi sento in dovere di sottolineare che, se è giusto segnare la linea di demarcazione tra chi vuole dare il proprio contributo attraverso la propria onestà e professionalità al rilancio della città e chi invece lucra nel caos e nell’illegalità, è necessario che a tracciare tale linea siano le regole e non certamente i pareri, assolutamente legittimi ma spesso carenti di concretezza e competenza, di questo o quel politico. Con questi presupposti abbiamo partecipato ai tavoli tecnici ed agli incontri istituzionali di settore, cercando sempre la proposta e mai la protesta, abbiamo accolto con favore l’incremento dei controlli da parte della polizia municipale e delle forze dell’ordine in generale, non mancando di sottolineare il radicale cambiamento di tante zone prima abbandonate alla vera “movida” ed oggi finalmente vivibili, come anche la nuova modalità partecipata che il nuovo assessore ha sin dall’inizio introdotto e che ci ha permesso di dare il nostro contributo in termini di esperienza e competenza. Sappiamo bene che la strada per normalizzare un settore per troppi anni abbandonato all’anarchia ed all’illegalità è ancora lunga, ma credo che solo se riusciremo a superare i pregiudizi, i personalismi e le speculazioni politiche riusciremo a dare a Palermo un’offerta di qualità in termini di intrattenimento e somministrazione nel rispetto dei cittadini e della città intera”.
"Quando si parla di movida, ecco ergersi a difensore dell’ordine pubblico questo o quel politico che non manca di sottolineare la pericolosità sociale che si cela dietro i locali notturni”.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo