PALERMO – “Troppe risse, rapine, aggressioni. Noi vogliamo andare via”. I residenti vogliono scappare, mentre per i commercianti, quello che sabato scorso è successo in via dei Chiavettieri (clicca qui per guardare il video), resta un caso isolato: “Ad agire sono state persone senza limiti, che avrebbero distrutto tutto anche se si fossero trovate in altre zone”, dicono. Da un lato la paura e la voglia di fuggire dal centro storico, dall’altro la voglia assoluta di andare avanti per dimenticare quella violenza che “nulla ha a che vedere con la nostra clientela”, aggiungono i commercianti.
Un video girato quella sera durante la rissa ha mostrato tavoli e sedie in aria: il gruppo formato da circa venti persone ha colpito più volte le vetrine di un panificio e di una pizzeria, distruggendole. La strada era ormai quasi deserta, a farla da padrone erano state quelle urla e i colpi sferrati con estrema violenza contro le vetrate, andate in frantumi. “Sistemarle – dice il titolare di “Voglia di pizza” – mi è costato quasi mille euro. Quello che è successo mi dispiace davvero molto, non ho idea di chi fossero quelle persone. So soltanto che mio figlio aveva chiesto loro di uscire dal locale perché stavano litigando. Poi tutto è degenerato. I ragazzi si sono chiusi dentro, anche negli altri locali sono state abbassate le saracinesche. Qui non si era mai verificato un episodio simile, la nostra clientela è fatta di giovani che vengono in zona per divertirsi e trascorrere qualche ora spensierata, quindi non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Siamo qui da trent’anni e la serie di locali che ha man mano aperto lungo via dei Chiavettieri ha permesso che la zona diventasse vivibile, tanto da diventare un punto di riferimento. Siamo le vittime di casi come questo, la movida non c’entra nulla”.
Per chi abita nei dintorni, invece, sarebbe proprio la quantità di locali presenti nella zona ad attirare malintenzionati e gente sospetta. “Non mi riferisco a chi gestisce i propri negozi o pub onestamente – dice Maria C., che vive in via dei Cassari – ma a tutte le attività abusive che credo abbiano ben altro dietro. Via Chiavettieri confina con le stradine che portano alla Vucciria e inevitabilmente si riversano lì anche giovani come quelli che sabato hanno dato vita alla rissa. Se ci fosse un controllo anche sui locali, sulla loro regolarità e il tipo di frequentazione, forse si farebbe un passo in avanti”. “Io – aggiunge un professore che abita all’angolo con via dei Chiavettieri – sto cercando casa da qualche altra parte. Quello che ogni fine settimana succede in piazza Garraffello ha trasformato la mia vita e quella di mia moglie in un inferno. La zona – dice – si trasforma in una discoteca all’aperto fino alle 6 del mattino, lo spaccio avviene sotto gli occhi di tutti ad ogni ora del giorno e della notte e liti al confine con le risse si verificano spessissimo. Non bisogna per forza arrivare a quello che è accaduto l’altra notte: mi basta quello che ho visto in quattro anni qui, per capire che non basta la buona volontà. Sono necessari i fatti. E qui noi residenti siamo stati lasciati soli”.
Per Gabriele Calandrino, titolare di uno dei storici locali di via dei Chiavettieri, si è trattato di un episodio isolato: “Casi simili si sono verificati anche in zone solitamente ritenute ‘tranquille’. Qui non era mai successo. Lo dico cono consapevolezza visto che ho aperto undici anni fa e ho visto coi miei occhi rinascere una parte di città in cui era impossibile anche solo passeggiare. Siamo amareggiati, è inevitabile. Lo siamo soprattutto per coloro che non hanno idea di cosa voglia dire trascorrere una serata qui, dove tutti i nostri clienti si sentono in famiglia e trovano sempre un’atmosfera accogliente. Di certo, la vicinanza con i mercati popolari dovrebbe essere presa in considerazione dalle forze dell’ordine, che dovrebbero presidiare maggiormente anche le aree limitrofe. Ciò farebbe sentire più al sicuro il cittadino. L’azione di un gruppo di violenti, amplificata dai video e dai social network, non possono penalizzare una strada in cui ci sono lavoratori onesti e centinaia di ragazzi perbene che frequentano i loro locali”.