PALERMO – Agli uffici di Palazzo delle Aquile non è mai arrivata una comunicazione ufficiale, eppure il Movimento 5 stelle di Palermo, rimasto fuori dal consiglio comunale alle Amministrative 2012, da quasi un anno ha, di fatto, un suo esponente a Sala delle Lapidi: si tratta di Serena Bonvissuto, 29 anni, eletta quattro anni fa con 399 voti sotto le insegne di Italia dei valori e ora componente del gruppo Misto. Un percorso che l’ha portata a transitare tra le file del Mov 139 e per un anno, dal gennaio 2014 allo stesso mese del 2015, anche nel Partito democratico. L’adesione al progetto grillino risale invece a quasi un anno fa, quando ha formalizzato la sua iscrizione al movimento di Beppe Grillo pur non abbandonando il gruppo Misto in consiglio comunale: da allora Bonvissuto ha partecipato da attivista all’interno del movimento, dando una mano anche alla realizzazione di ‘Italia a 5 stelle’, la kermesse nazionale dei pentastellati organizzata quest’anno a Palermo.
Da semplice attivista, Bonvissuto ha partecipato anche alla riunione di venerdì sera, blindatissima e vietata alla stampa “perché aperta soltanto agli iscritti attivi nelle riunioni delle circoscrizioni”, come spiegato da alcuni organizzatori all’ingresso della sala nel cuore di Ballarò. “Sono iscritta al movimento da dicembre 2015 e partecipo al tavolo sui rifiuti – spiega a Bonvissuto a Livesicilia -. Sto cercando di rendermi utile, ho fiducia nel Movimento 5 stelle e ne condivido gli ideali”.
Nella sala attigua alla chiesa del Carmine Maggiore è andata in scena un’assemblea con una cinquantina di iscritti. Una riunione di circa due ore, che da più parti viene definita “serena e controllata”, in cui il tema delle presunte firme false per le Amministrative 2012 è stato soltanto sfiorato. Sono andati a buon fine, infatti, gli appelli rivolti dagli organizzatori ai presenti: attenersi all’ordine del giorno e nessuna digressione sui fatti raccontati da ‘Le Iene’, nonostante in tanti avrebbero voluto approfittare della presenza di Loredana Lupo, deputata alla Camera, per chiedere spiegazioni e un atteggiamento più aperto da parte della pattuglia dei deputati nazionali in cui spicca anche il nome di Claudia Mannino, tirata in ballo dall’attivista Vincenzo Pintagro nel giallo delle firme. Lupo è rimasta in sala per tutta la durata dell’incontro ma non ha preso ufficialmente la parola.
Dissenso sopito sul nascere e tabella di marcia rispettata. In tanti hanno preferito seppellire momentaneamente l’ascia di guerra e la serata è filata liscia per gli organizzatori, che fino all’ultimo hanno chiesto di “guardare avanti” ed evitare le domande sul caso firme. Scemati i timori per un nuovo scontro tra le fazioni che animano il Movimento in città, sul tavolo sono rimaste le proposte per l’attività nelle varie circoscrizioni in cui è suddiviso un meetup che prova faticosamente a voltare pagina dopo le polemiche delle ultime settimane.