CATANIA-Ha scelto di scrivere una lettera aperta, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, per spiegare ai dipendenti delle società partecipate le motivazioni della scelta di vendere le aziende collegate al Comune, in particolare la Multiservizi.
Gli scontri e le tensioni in aula nel corso dell’ultima seduta di Consiglio comunale, infatti, hanno avuto come oggetto proprio la situazione delle centinaia di lavoratori, preoccupati di perdere il posto di lavoro. Un’ipotesi che invece, secondo il sindaco, sarebbe proprio stata scongiurata dalla scelta di mettere in vendita alcune società e di dare seguito a quanto previsto dalla legge e richiesto dalla Corte dei Conti.
“Se non avessimo dato seguito a quanto ci impone la legge – spiega il sindaco Stancanelli a LivesiciliaCatania – questi operai sarebbero andati a casa subito. Noi, invece, in questo modo, gli abbiamo garantito il contratto di lavoro fino al 2019”.
Ce l’ha con quanti, consiglieri comunali e non, hanno diffuso false informazioni ai lavoratori, fomentandoli “perché magari nella Multiservizi hanno il loro feudo elettorale” – aggiunge Stancanelli – e vuole ripristinare la verità dei fatti, o almeno ribadire la versione dell’amministrazione.
Per questo ha scelto di scrivere direttamente ai dipendenti delle aziende partecipate.
“Mi rivolgo a voi, prima che alle forze politiche – scrive – perché le falsità, le cattiverie gratuite e le inqualificabili strumentalizzazioni che hanno accompagnato e seguito l’adozione di questo indispensabile riordino delle aziende, potrebbero deviare la realtà delle cose visto che la legge ne prevede lo scioglimento entro il 31 dicembre 2013 con relativo licenziamento di tutti i dipendenti, obbligandoci a realizzare il piano nell’esclusivo interesse, presente e futuro, di garantire il vostro posto di lavoro”.
Li chiama “denigratori in servizio permanente” il sindaco, tutti quelli che hanno criticato la scelta di liquidare le partecipate senza considerare la sorte dei dipendenti, ribadendo come la mossa di vendere sia stata la migliore.
“Avremmo potuto anche noi fare finta di niente, girarci dall’altro lato come tanti che ora si stracciano le vesti hanno fatto nel passato e che ora vogliono solo continuare a ingannarvi – continua il sindaco nella lunga missiva. Ma così facendo avremmo solo accompagnato verso una lenta agonia aziende in cui operano anche pregevoli professionalità che rendono servizi importanti ai cittadini e che qualcuno voleva rimanessero asservite alle stesse cordate clientelari che hanno fatto accumulare negli anni un debito spaventoso al Comune. Invece con un’assunzione di responsabilità che forse non ha precedenti, abbiamo deciso di rompere ogni residuo cordone ombelicale con un sistema, come anche richiesto dalla Corte dei conti, che non può reggere alle innovazioni della spending review e del cambiamento di rotta necessario a salvare i posti di lavoro e la vita stessa delle aziende”.
Belle parole che, però, difficilmente sortiranno l’effetto sperato. L’aria è infatti infuocata in città, la tensione all’interno dell’azienda è alta e la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro.