CATANIA – In città la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. La base di Sigonella, il Muos di Niscemi e il poligono di tiro di Drasy sono finiti sotto la lente di ingrandimento della Commissione, guidata dal deputato dem Gian Piero Scanu, che dopo la tre giorni di sopralluoghi siciliani ha esposto i risultati delle verifiche in Prefettura. Al centro della trasferta, c’è la verifica della corretta applicazione delle misure di sicurezza sul lavoro e ambientali nei tre siti. Della delegazione, oltre al presidente Scanu, hanno fatto parte Giulia Grillo (M5s), Paola Boldrini (Pd) e Diego Zardini (Pd). La prima nota dolente riguarda il sistema di comunicazioni satellitari a stelle e strisce di Niscemi. “Ci sono ancora delle cose da migliorare”, dice Scanu. “Abbiamo fatto un lavoro più articolato e abbiamo ottenuto dagli americani la disponibilità a definire e a determinare un rapporto molto più stretto e istituzionale con l’Arpa regionale per la verifica dei dati sul possibile inquinamento elettromagnetico”, spiega.
La Commissione ha visionato i risultati forniti dagli americani, ma invoca un ruolo di primo piano per un ente terzo e una decisa sferzata del governo italiano che avrebbe fatto passare in sordina le prescrizioni votate nel 2014 dal Parlamento. “Per quanto riguarda il Muos è necessaria un’azione sinergica più efficace da parte dell’Amministrazione americana che ne detiene il governo e l’Arpa regionale”, spiega Scanu. “Il possibile inquinamento rappresentato dalle onde elettromagnetiche è un dato di fatto in termini di bisogno di chiarezza da parte del popolo siciliano”. Il presidente vorrebbe risposte più sicure. “Servono risposte esplicite che non siano sospese a metà: non abbiamo potuto fare la verifica della loro verifica ma abbiamo potuto stabilire il principio della terzietà e della laicità dei risultati”. Scanu chiarisce il concetto. “Se il controllore è strutturalmente collegato al controllato il livello di affidabilità è relativo, se invece l’Arpa controlla ciò che l’amministrazione americana dichiara relativamente ai risultati delle postazioni di controllo siamo più tranquilli non perché non ci fidiamo degli americani ma perché in una società civile serie le cose funzionano in questo modo”, argomenta. “Abbiamo chiesto all’Arpa di farsi dare più risorse dalla Regione per realizzare all’interno del Muos un sistema di rilevazione ancora più avanzato di quello che gli americani hanno recentemente posto”, spiega il presidente.
Anche per questo il Governatore, Rosario Crocetta, sarà presto audito in Commissione. Il rammarico maggiore, però, riguarda il governo centrale. “L’odg approvato dalla Camera nel 2014 è rimasto, di fatto, lettera morta”, dice Scanu in riferimento a un documento che impegna il governo, tra le altre cose, “a condurre valutazioni periodiche per verificare l’impatto ambientale degli impianti Muos e gli effetti sulla salute della popolazione, garantendo che le verifiche siano condotte in piena autonomia e sotto la responsabilità delle autorità italiane”. “Bisogna svegliarsi per far sì che le prerogative riconosciute al territorio siano realizzate”, aggiunge il presidente chiedendo a gran voce di “applicare le prescrizioni”. Muos e non solo. La Commissione fa il punto anche sul poligono di Drasy. “Abbiamo fatto un consuntivo di questi tre giorni trascorsi in Sicilia e abbiamo considerazioni conclusive da proporre”, spiega il presidente. “Per ciò che riguarda il poligono, abbiamo clamorosamente scoperto che nessuno si era mai posto il problema di bonificare il mare verso il quale sono state sparati migliaia e migliaia di proiettili nel corso dei decenni. Per questo abbiamo incaricato non solo le autorità militari ma anche l’Arpa Sicilia di farsi carico di un problema che consideriamo grande”, spiega. “Le cose oggi vanno meglio che in passato ma ci sono ancora margini di miglioramento, come a Sigonella del resto”, dice la pentastellata Giulia Grillo. La deputata interviene anche sul Muos e si dice “preoccupata” per i rischi collegati alle antenne Nrtf che “potrebbero rivelarsi ancora più pericolose di quelle del sistema di comunicazione”. Un aspetto da non sottovalutare e da monitorare con particolare attenzione.