Musumeci, disgelo con Cancelleri| Alla giunta serve l'asse con Roma

Musumeci, disgelo con Cancelleri| Alla giunta serve l’asse con Roma

Dai conti alle strade, il governatore lavora per costruire una sinergia col Conte bis, dopo la caduta di Salvini.

I sorrisi, le strette di mano e le parole di reciproca cortesia hanno introdotto una fase 2 nei rapporti tra Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri. I due ex nemici, dopo fiumi di polemiche e reciproche accuse, hanno seppellito ieri l’ascia di guerra siglando una pax per il bene delle devastate infrastrutture viarie siciliane. L’incontro di ieri pomeriggio a Palazzo d’Orleans, con conferenza stampa congiunta a seguire, sigla l’armistizio tra lo “storico” leader dei pentastellati siculi e il presidente della Regione all’insegna della collaborazione istituzionale. Quella che il governo Musumeci aveva intavolato già con il precedente governo grilloleghista e che da subito la giunta sta cercando di costruire con il Conte bis. Pochi giorni fa alla Presidenza della Regione si era fatto vedere il neo ministro per il Sud Peppe Provenzano, dem di sinistra, per avviare un altro discorso cruciale, che tocca anche lo spinoso tema delle spesa dei fondi europei, su cui la Sicilia come altre regioni del Sud si trova in preoccupante ritardo.

Il rapporto con il governo centrale è fondamentale per la Regione. Le prime battute del rapporto con il nuovo esecutivo nato in estate sono state agrodolci. Ci sono stati gli incontri sopra citati e la dichiarata volontà di collaborare ma c’è stata anche la sberla dell’impugnativa di una parte del primo collegato dell’Ars. Ceffoni che hanno aggravato la già gravissima situazione frutto dell’incertezza sui conti, che ha paralizzato le leggi di spesa e che ha alimentato uno scontro istituzionale tra il presidente dell’Assemblea e il governo.

Musumeci ha bisogno di un rapporto costruttivo con il Conte bis. C’è l’interlocuzione avviata con l’Economia nei mesi del primo governo Conte per superare gli accordi capestro siglati ai tempi di Crocetta e per riformare l’autonomia finanziaria della Regione. C’è la necessità di superare il problema dei conti, c’è bisogno di collaborare in modo costruttivo sulla tragedia delle infrastrutture, dopo i mesi burrascosi del difficile rapporto con il ministro Toninelli. Il quadro politico nazionale non ha sorriso a Musumeci, che guardava a Salvini come interlocutore privilegiato e che invece ha visto saldardi al governo a Roma i partiti che gli fanno l’opposizione a Palermo. Ma di fronte a questo inaspettato sviluppo, il presidente con un certo pragmatismo e con la cifra istituzionale che ha cercato di mantenere fin qui, ha fatto buon viso a cattivo gioco, avviando un confronto cordiale e collaborativo con il nuovo esecutivo. Il tempo dei falchi è rimandato, serve muoversi da colombe. E ieri a Palazzo d’Orleans, l’assessore alla Sanità Ruggero Razza, il più salviniano dei musumeciani, scherzava nei corridoi mentre Musumeci e Cancelleri conversavano con i giornalisti: “Sono diventato pacifista anch’io”.


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