Piacciono, al tempo del Coronavirus, gli uomini forti o che, almeno, si mostrino tali, al netto delle critiche che saranno forse più appariscenti, ma cento volte meno solide del sostegno anche social.
Piace il presidente della Regione, Nello Musumeci che, dalla sua, comunque, ha avuto più sostanza di argomentazioni che parvenza di dichiarazioni, pur non sottraendosi al rito consumato del palcoscenico. Piace il premier Giuseppe Conte, quando, in diretta e lancia in resta, ne dice ‘quattro più quattro otto’ agli avversari Salvini e Meloni. Piacciono, di rimando, Meloni e Salvini che usano il web per diffondere il loro verbo ai simpatizzanti e per attaccare gli antipatizzanti.
Piacciono i due De Luca, in ordine di ruolo: Vincenzo, presidente della Campania, e Cateno, sindaco di Messina. Piace a tutti Vincenzo De Luca quando – e chi potrebbe dargli torto – invoca l’invio dei carabinieri con il lanciafiamme per gli eventuali stolti ancora desiderosi di poco opportuni assembramenti. E in quella gestualità c’è un grammo delle maschere dei de Filippo, come per chiunque da quelle parti, e un grammo di Luigi Necco in collegamento dal San Paolo. Piace Cateno che, dalla sua tribuna sullo Stretto, ingaggia battaglie verbali e polemiche contro mezzo mondo, scavandosi una nicchia nella mitologia di questi tempi minori.
L’epoca è infatti questa e il Coronavirus fu il sipario che, sciaguratamente, aprendosi, ha illuminato la rappresentazione già in atto. La mossa mischiata alla tracotanza richiama applausi. L’entrata a gamba tesa eccita le tifoserie. La politica abbandona i tratti delicati di De Gasperi e rassomiglia a una contesa dai contorni rusticani.
E viene naturale rifarsi al presunto e più recente capostipite degli uomini chissà quanto forti in cerca di un balcone più o meno virtuale; viene normale, cioè, pensare a Silvio Berlusconi, a come si abbatté sulla comunicazione di un mondo con altre regole, cambiandolo per sempre. Ma nessuno cambia niente che non sia già disposto a essere cambiato. Né ci sarebbe il rischio del balcone, se non ci fossero, nelle vicinanze, folle già in fremente attesa.