Ex sportellisti, cambio di rotta | Musumeci e il modello Lombardia - Live Sicilia

Ex sportellisti, cambio di rotta | Musumeci e il modello Lombardia

L'annuncio di una possibile intesa con la Lombardia sulle politiche attive del lavoro. La replica dei sindacati.

PALERMO – Potrebbe essere all’orizzonte un cambio di rotta per il governo Musumeci sulla questione ex sportellisti e Politiche attive del lavoro. Se fino alla fine dell’estate sembrava che il governo regionale stesse trattando, tra alti e bassi, con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, una dichiarazione rilasciata qualche giorno fa davanti alla stampa dal presidente della Regione Nello Musumeci, in occasione della convenzione con la Regione Lombardia sull’emergenza sanitaria, lascerebbe intendere che la direzione scelta sia un’altra. E punti più a Nord. “Questo rapporto di collaborazione con la Lombardia – ha detto Musumeci – potrà manifestarsi in futuro anche su altri fronti a cominciare da quello delle politiche attive del lavoro”.

La Regione Lombardia, d’altronde – “regione dell’impresa per eccellenza”, come l’ha definita il governatore siciliano – è la terra in cui opera il siciliano Gianni Bocchieri, esperto di Formazione e Lavoro, già papabile assessore ai tempi della campagna elettorale sia per Musumeci che per l’avversario a 5 Stelle Giancarlo Cancelleri. L’idea, quindi, potrebbe essere quella di esportare in Sicilia, così come si sta facendo in ambito sanitario, il modello lombardo. Un modello basato non solo su soggetti pubblici, ma anche su Agenzie per il lavoro private.

In molti sono rimasti spiazzati: i diretti interessati, in primis, ma anche l’assessore al ramo, Mariella Ippolito. “Non so – ha commentato con LiveSicilia -. A me è stato detto di collaborare con il ministro del Lavoro. E così sto facendo, sono stata proprio qualche giorno fa a Roma per un incontro con tutti gli assessori regionali del Lavoro e stiamo procedendo spediti. Di recente anche la Commissione Lavoro del Senato, guidata dalla presidente Nunzia Catalfo, è stata qui in Sicilia per una ricognizione dei centri per l’impiego. Per cui non saprei cosa intendeva dire il presidente e quali sono i piani con la Lombardia. A me interessa continuare a lavorare per tutti quei siciliani che aspettano risposte dal mio assessorato”.

Una novità assoluta, dunque, questa apertura del governatore nei confronti della Lombardia sul tema delle politiche attive del lavoro. Ma a far cambiare rotta al presidente Musumeci potrebbe essere stato il silenzio del Ministero per il Lavoro, anche dopo le sollecitazioni della stessa Regione.

I centri per l’impiego sono un cavallo di battaglia del ministro Di Maio praticamente dal giorno dell’insediamento, tanto che proprio a lui si erano rivolti gli ex sportellisti siciliani, arrivando fino a Palazzo Chigi, per raccontare la loro situazione: riqualificati per occuparsi di politiche attive del lavoro nei centri per l’impiego e poi lasciati a casa, e ancora senza prospettive. Il ministro, nel corso di quell’incontro di luglio, si era detto pronto a collaborare con la Regione Siciliana, attivando “al più presto” un tavolo di confronto, per provare a risolvere la questione non solo degli ex sportellisti ma di tutto l’albo degli ex formatori siciliani. Di fronte a una tale apertura, ma in assenza poi di comunicazioni ulteriori, persino Musumeci aveva sollecitato al ministro Di Maio la comunicazione di una data. Una delegazione di lavoratori è pure tornata a Roma, “minacciando” un sit-in permanente davanti al Ministero di via Veneto, salvo poi tornare indietro con la promessa di un percorso già avviato che sarebbe arrivato presto a quel tanto atteso tavolo. Poi, più niente. “Ormai è chiaro che quel tavolo non si farà – dicono, scoraggiati, i lavoratori – hanno fatto promesse che non possono mantenere e ora ci abbandonano di nuovo al nostro destino”.

E mentre qualcosa si muove nei Palazzi, agli ex lavoratori resta il dubbio: Roma o Milano? Da dove arriverà l’aiuto tanto atteso e invocato dalla Sicilia per risolvere l’annosa questione degli ex lavoratori della Formazione (circa ottomila persone) e, in particolare, degli ex sportellisti? La risposta non può tardare ad arrivare.

> La replica dei sindacati

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