CATANIA. Un buco nell’acqua, l’ennesimo. Non ci sono molte parole per descrivere l’incontro di quest’oggi svoltosi in prefettura fra i rappresentanti dei sindacati Cgil, Filctem Cgil, Uil e Uiltec, una delegazione dei lavoratori, il socio unico della Myrmex Gian Luca Calvi, l’assessore all’urbanistica Salvo Di Salvo e con il capo segreteria dell’assessorato regionale alle attività produttive, Giuseppe Di Miceli. A distanza ormai da più di due anni dall’inizio delle proteste dei lavoratori, ancora siamo alle parole. L’unico fatto tangibile – come riporta la cronaca – è la chiusura del laboratorio d’eccellenza di ricerca farmaceutica e la cassa integrazione a zero ore dei 69 lavoratori che a partire a partire dal giugno 2016 diventerà mobilità. Il punto sul quale tutti sono sempre stati d’accordo, si è ormai trasformato in uno stucchevole ritornello: “trovare al più presto una soluzione”. Ma non si sa come e non si sa quando. Perché la vicenda nel suo complesso è troppo complicata e sono ancora troppe le cose da chiarire.
E poi c’è la Regione, implicata fino al collo nella cessione del ramo aziendale fra Pfizer e Myrmex, con tanto di delibera datata 5 agosto 2011, che forse non può o non vuole ritenerla rilevante. E oggi ancora una volta, mandando all’incontro un semplice tecnico di segreteria, si è sottratta alle richieste dei sindacati mostrandosi poco interessata. Intanto i lavoratori sono sempre più disperati e affranti. “ L’unica nota positiva – ha detto il segretario confederale della Cgil, Margherita Patti – di oggi è che quanto meno siamo riusciti a convincere le parti della necessità di portare sul tavolo nazionale la questione”.
Calvi, dal canto suo, avrebbe confermato la volontà di chiudere in via definitiva con il Centro di Ricerca di Catania. “ Ha già cancellato il laboratorio, – precisa Patti – ha detto che non ha più nessun interesse nel mantenere il sito, semmai si renderà disponibile al ruolo di “catalizzatore” per nuovi acquirenti nel caso l’accordo di programma diventasse esecutivo. Oggi è stata davvero una grande delusione: la regione che manda un capo di gabinetto ad un incontro così importante dimostra ancora una volta il suo totale disinteresse verso il dramma dei lavoratori. Adesso il prima possibile – conclude Patti – speriamo che la vertenza Myrmex arrivi sul tavolo del governo nazionale”.