Naro, la ferocia del doppio femminicidio: c'è un sospettato

Naro, la ferocia del doppio femminicidio: c’è un sospettato

L'appello della figlia di una delle vittime. I rilievi

NARO (AGRIGENTO)- Proseguono senza sosta le indagini sul duplice omicidio avvenuto poco prima dell’alba nel cuore di Naro, un borgo di cinquemila anime nell’agrigentino. Due efferati delitti, quelli di Maria Rus, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni, consumati in rapida successione e a distanza di neppure duecento metri l’uno dall’altro. La più giovane delle vittime è stata trovata carbonizzata nel soggiorno della sua abitazione in vicolo Avenia. Era seduta su una poltrona, incenerita dalle fiamme. Il cadavere dell’altra donna, invece, è stato rinvenuto in un lago di sangue nel suo appartamento posto a pianterreno in via Vinci. Evidenti i segni di una colluttazione, forse partita già all’esterno: ferite da arma da taglio, una scia di sangue, casa a soqquadro, mobili distrutti.

Sospettato un uomo

Un romeno di 24 anni è stato indagato per il duplice omicidio delle due connazionali cinquantenni avvenuto nella notte a Naro. Al giovane viene contestato anche il vilipendio di cadavere. Il ventiquattrenne è uno dei due sospettati e interrogati dai carabinieri. L’indagato, che sarà risentito insieme al suo difensore, verrà quasi certamente fermato. Stando a quanto emerge, per l’omicidio di Delia Zarniscu, in via Vinci, la chiamata al 118 sarebbe stata fatta dal ventiquattrenne dal telefono della vittima.

La scena dell’orrore

Uno scenario infernale quello che si è manifestato a chi è intervenuto. I carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, guidati dal colonnello Nicola De Tullio, hanno letteralmente blindato l’intero quartiere per permettere alla Scientifica e al Nucleo investigativo dei Vigili del Fuoco di effettuare i rilievi necessari. Davanti l’abitazione di via Vinci, dove è stata trovata morta Delia Zarniscu, sono stati sequestrati alcuni indumenti, un mozzicone di sigaretta, un orecchino, una spilla da balia e una tracolla di una borsa. Tutti elementi che sono ritenuti di interesse investigativo. Gli specialisti dei vigili del fuoco, invece, hanno concluso il sopralluogo nella residenza di Maria Rus, la donna carbonizzata. Nessuna traccia di benzina o acceleranti. Il punto di innesco dell’incendio, verosimilmente, è la poltrona in cui si trovava seduta la vittima.

La disperazione della figlia

La figlia di quest’ultima, Marcela, dopo aver visto il cadavere della madre da una finestra non si rassegna e in preda alla disperazione lancia un appello alla comunità: “Se qualcuno ha visto qualcosa parli con i carabinieri. Ci sono tante persone in questo quartiere e chi ha chiamato i pompieri sicuramente ha visto qualcosa.”. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: i due delitti sono collegati tra loro. Per questo motivo si sta scavando nel recente passato delle due donne, definito dal sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, “sopra le righe”. Al vaglio abitudini, frequentazioni, eventuali screzi.  Il caso è comunque vicino ad una svolta. Da diverse ore il procuratore aggiunto Salvatore Vella ed il sostituto procuratore Elettra Consoli stanno interrogando nella locale caserma dei carabinieri due uomini, connazionali delle vittime, sospettati di aver avuto un ruolo in questa tragica vicenda.


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