PALERMO – “Mentre Bari prende il modello Palermo dello scorso anno per il Natale, proprio Palermo se ne priva. I funzionari comunali hanno combinato solo pasticci, forse sarebbe il caso di sostituirli”. Non è affatto tenero Sandro Tranchina, direttore artistico delle manifestazioni natalizie del 2012 e del primo Festino della nuova era Orlando, con la macchina organizzativa di queste feste. E dire che Tranchina è considerato da sempre uomo molto vicino all’attuale amministrazione. Per questa edizione ha però “solo” firmato come autore il progetto dell’associazione “ I Praticabili”.
Partiamo proprio dal progetto dell’associazione, che è stato l’unico a non ricevere una valutazione per il Capodanno…
“Una cosa strana. Il nostro progetto meritava quantomeno una valutazione, e invece la graduatoria dice semplicemente che è stata estrapolata la parata del 5 gennaio. Questo perché il nostro era un progetto organico, con tanti appuntamenti fino all’Epifania”.
E come si spiega questa mancata valutazione?
“Quest’anno il Comune si è dotato di tre funzionari a cui ha delegato la redazione del bando e la selezione delle proposte. Ho letto sui giornali dei vari pasticci, ma non pensavo che ci sarei finito anche io. Mi sembra assurdo non aver dato un punteggio all’associazione “I Praticabili”, la cui proposta aveva un’offerta specifica per il Capodanno. Non avremmo vinto, per carità, ma è un’ingiustizia non avere avuto una valutazione”.
Cosa farà l’associazione?
“L’associazione ha già depositato una richiesta di accesso agli atti. Inoltre, oltre ai tre funzionari, sono stati nominati anche tre consulenti esterni: il direttore artistico del teatro Biondo, Roberto Alajmo, il consulente artistico del teatro Massimo, Lorenzo Amato, e il consulente tecnico artistico dell’area dei Cantieri culturali, Giuseppe Marsala. Ebbene, che fine hanno fatto le loro valutazioni?”.
L’anno scorso ci furono molte polemiche, anche se di natura diversa, ma è pur vero che l’otto dicembre iniziarono le manifestazioni, che c’era una macchina per la comunicazione efficace, era stato indetto anche un concorso per i turisti…
“L’anno scorso arrivarono 301 progetti e abbiamo dato un punteggio a tutti. Quest’anno ci sono stati troppi pasticci, la verità è che ognuno deve fare il suo mestiere. La selezione artistica non può essere improvvisata, è un mestiere per quelli che lo fanno tutti i giorni. Io ho ritrovato il comunicato stampa dell’anno scorso: l’otto dicembre si inaugurò l’albero e il cartellone durò fino al 6 gennaio. C’erano 313 appuntamenti, una media di dieci al giorno, mentre ora sono venti, e c’era un progetto che riguardava le otto circoscrizioni con una spesa di 320mila euro per i trecento appuntamenti. Quest’anno sono 116 appuntamenti e costano 360mila. Ci sarà stata l’inflazione. Gli appuntamenti erano sparsi in 78 luoghi aperti al pubblico, le associazioni coinvolte sono state 68 per un numero totale tra artisti, tecnici e organizzatori di 2.800 persone. Quasi duecentomila spettatori in tutto”.
Colpisce anche la mancanza di una campagna di comunicazione…
“L’avviso di quest’anno non prevedeva niente per la comunicazione. Il nostro progetto invece ha anche un pezzo che riguarda la comunicazione per rendere un servizio alla città, l’anno scorso c’era una sorta di taccuino per il turista su tutto quello che avveniva a Palermo”.
Ma allora cosa non ha funzionato?
“Non lo so, casco dalle nuvole. E’ stato fatto tutto in ritardo e forse su questo si dovrebbero concentrare gli amministratori. Natale, Pasqua e Festino non sono eventi improvvisi, i bandi vanno fatti per tempo. A Bari, dove hanno accettato un progetto simile a quello palermitano, il bando è stato fatto a ottobre. Lì stiamo coinvolgendo tutti i teatri cittadini e ci occupiamo direttamente di due eventi. E’ il modello Palermo dell’anno scorso esportato in Puglia. Mentre Palermo se ne priva, Bari se ne dota”.
Fa specie che a criticare l’amministrazione sia proprio lei…
“Proprio quando si vuole bene a qualcuno, gli si fanno notare gli errori. Immagino che non ci sia una responsabilità diretta dell’assessore su come è stata gestita la vicenda, ma l’input politico è quello che deve far muovere la macchina. Se si fosse preparato tutto a settembre, il pasticcio non ci sarebbe stato. Anche perché preparando tutto prima si trovano pure i soldi dei privati. L’anno scorso, con una semplice telefonata, ottenemmo 50mila euro da Volotea. Pensiamo a cosa si potrebbe fare cominciando a pensarci otto o nove mesi prima. Palermo ha un grande appeal, se Venezia riesce a trovare i fondi perché non dovremmo riuscirci noi? E anche i funzionari comunali sarebbe aiutati dal maggior tempo a disposizione”.
L’anno scorso, in qualità di direttore artistico delle manifestazioni natalizie, il suo ruolo fece molto discutere…
“Ho incontrato molte ostilità proprio da parte della macchina burocratica, e dire che io non ho preso un euro appunto per evitare polemiche, sia per il Natale che per il Festino 2012. Dal secondo Festino è stato messo in moto il sistema dei bandi e quella volta abbiamo vinto”.
Ostilità dovute a cosa?
“Sinceramente non lo so, me ne hanno dette tante di versioni. Per alcuni la mia presenza comportava una mobbizzazione delle risorse interne, il mio ruolo era vissuto come una diminutio. Per altri le ostilità erano legate al Patto di Stabilità, ma è anche vero che di incarichi ne hanno dati tanti, a titolo gratuito così come erano i miei”.
Lei è arrabbiato con l’amministrazione?
“C’è una piccola rabbia per non essere stato ascoltato”.
Secondo lei i funzionari comunali andrebbero cambiati?
“Sì, dentro la macchina burocratica ci sono persone pronte e qualificate che saprebbero gestire meglio di come è stato fatto. Diciamo che non hanno scelto i migliori”.
La convince la scelta di Gazzé?
“Vede, noi non abbiamo bisogno di Gazzé o Baglioni. Ci sono artisti palermitani bravissimi, che specie in queste occasioni andrebbero valorizzati. L’anno scorso c’erano i migliori, tutti palermitani, avevamo pensato anche a una tournée. Purtroppo noi siamo esterofili, mi sa che ha ragione il cartiglio della statua del Genio: Palermo divora i suoi e nutre gli stranieri”.