PALERMO – Conte e Musumeci sono stati chiari: nessun ‘liberi tutti’ per Natale e Capodanno, cruciali per determinare i risvolti dell’epidemia in Italia. Il nuovo Dpcm già in vigore dal 4 dicembre e l’ultima ordinanza del governatore contengono prescrizioni rigide per le vacanze, fra limitazioni agli spostamenti e coprifuoco, ma quanto a riunioni e cenone di famiglia non si può che raccomandare prudenza e attenzione. È quello che fanno anche i ‘protagonisti’ della sanità palermitana e non solo, che su Live Sicilia consigliano gli accorgimenti da adottare per limitare danni e rischi nei giorni delicati. Ma alla base resta un dato di fatto: quando si ha a che fare col Covid non ci sono mai certezze assolute.
Le restrizioni
Il provvedimento del governo nazionale segue una linea che fa storcere il naso a molti: anche durante le feste vigerà il coprifuoco dalle ore 22, al quale si aggiungerà il divieto di spostamenti fra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Quest’ultima restrizione verrà estesa anche agli spostamenti fra comuni nei giorni 25 e 26 dicembre e primo gennaio. L’esecutivo insomma cerca di ‘scoraggiare’ i tradizionali ritrovi familiari, che quest’anno si trasformerebbero in pericolose occasioni di diffusione del coronavirus. “Raccomandiamo fortemente di non ricevere a casa persone non conviventi”, aveva detto il premier Giuseppe Conte illustrando il Dpcm, limitandosi “a una forte raccomandazione perché siamo in un regime liberal-democratico”.
Festività e “buona condotta”
Così Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, definisce i comportamenti che potranno aiutare a tenere lontani i contagi durante le vacanze.“Che si tratti del cenone o di altre occasioni di ritrovo, bisogna evitare assembramenti che non hanno senso – raccomanda –. Anche e soprattutto familiari, perché il virus si nasconde in famiglia. Ecco perché il buon senso è la primissima cosa da seguire: dobbiamo tenere conto del lungo tempo che si trascorre vicini durante le occasioni come un cenone, ma anche del fatto che in inverno non è certo facile tenere aperte le finestre. E questo si aggraverebbe con pompe di calore attive, che sospingerebbero l’eventuale virus in giro”.
Buon senso anche per i rientri in Sicilia, punto sensibile a cui è riservata gran parte dell’ordinanza del presidente della Regione: “Sacrosanto il tampone obbligatorio da oggi, ma sarebbe buona pratica evitare del tutto il ritorno se non fosse necessario – dice il dottor Amato rivolgendosi ai quasi 70 mila fuori sede attesi nell’Isola – scongiurando quello che si è visto in estate. Per quanto si possa osservare il distanziamento, i mezzi di trasporto sono pur sempre chiusi e il ricambio d’aria non è così facile. In più durante i viaggi si sta a contatto con gli altri ben oltre i quindici minuti di tempo, considerati una ‘soglia’ di prevenzione, quindi l’accortezza dev’essere massima”.
Capitolo a parte quello dedicato ai più anziani, che sotto Natale ricevono visite, affetto e attenzioni da figli e nipoti di ogni età. “Quest’anno non è possibile fare come sempre – avverte il presidente dell’Ordine dei medici del capoluogo – perché anche un solo abbraccio può diventare un abbraccio mortale. Rimandiamo tutto questo a tempi migliori. Questo è uno dei tanti paradossi del Covid: durante le feste sarà meglio gioire insieme con intelligenza, per non ritrovarsi a piangere dopo”.
Le vacanze dei più piccoli
“La maggior fonte di rischio in questo periodo? Sicuramente non è la scuola, dove le regole si rispettano e i bambini accettano di essere guidati”. Così esordisce il dottor Giuseppe Vella, segretario regionale e della provincia di Trapani della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). “I rischi di contagio legati ai bambini sono seri – avvisa – specialmente parlando della fascia dell’infanzia. Abbiamo evidenza che i bambini vengono attestati positivi soltanto in seguito a un’accertata positività dei parenti, perché accorgersi della malattia nei bimbi asintomatici e con sintomi lievi è complicato se non impossibile. Per questo i problemi possono sorgere durante le feste, a prescindere dal Natale, quando i più piccoli si riuniscono e giocano fra loro o coi grandi”.
Naturalmente Vella sa bene che “un bambino non può non essere un bambino. È difficilissimo spiegargli che deve stare molto attento anche in casa e in famiglia, che non può abbracciare i parenti, che non può dare un bacio ai nonni. Purtroppo però – ammette – questo sarebbe l’unico modo certo per salvare delle persone”. La strada più sicura è sempre quella del tampone: il pediatra raccomanda di “non demonizzare i test da effettuare sui bambini, non comportano nessuna controindicazione. Anzi. Quindi sarebbe opportuno, in vista del cenone o di altre situazioni simili, includere anche i bimbi in uno screening di famiglia”.
Il test giusto e quando farlo
Ferme restando le indicazioni del governo e degli esperti, l’ipotesi di raduni familiari di varia entità non può essere esclusa. “E anche se sembrerà ovvio dirlo, sicuramente i tamponi possono darci una grande mano a tenere il Covid fuori dalle nostre case durante le feste”, dice Luigi Zummo, medico che si occupa di diagnostica laboratoristica, amministratore unico di Karol Lab e direttore sanitario della clinica Cosentino. “Qualora si incontrassero persone diverse dai conviventi abituali, un test antigenico rapido sarebbe importante farlo. È un test che può dare buone garanzie ma è chiaro che queste aumentano riducendo il numero dei contatti”, afferma, abbandonando invece “del tutto l’idea di test ‘pungidito’ o sierologici”.
Se l’obiettivo è preservare i propri cari in vista del cenone o altre attività vacanziere, un tampone fatto coi tempi sbagliati sarebbe inutile. “L’ideale sarebbe effettuarlo ventiquattro o al massimo quarantotto ore prima dell’evento”, fanno presente sia Vella che Zummo. “Se il test rapido è attendibile? Sarebbe un guaio non considerarlo tale – dice l’amministratore di Karol Lab –. La Regione siciliana lo promuove nei drive in gratuiti e si sta rivelando l’unica micro strategia che può calmierare i contatti. Ma soprattutto non ha un prezzo alto: costa 15 euro contro i 50 del tampone molecolare”. Poi Zummo dà un consiglio personale: “La mia famiglia si riunirà solo fra stretti, conviventi abituali, ma faremo il tampone comunque. Chi può, faccia così a priori”.
Il consiglio è lo stesso per i bambini, come spiega il dottor Vella, pur ribadendo che “non ci sono garanzie assolute. Il tampone rapido va pensato come una rete per pesci con qualche buco: su cento pesci può succedere che venti scappino e ottanta no. Ma sia chiaro – precisa –, questo non significa che il tampone rapido non va bene. Rimane comunque la strada migliore, soprattutto considerando il rapporto qualità-prezzo. Certo va calcolata una spesa in più da aggiungere a quelle già sostenute in questo periodo, perciò, cenone o meno, continua a vigere il consiglio spassionato di non creare assembramenti in casa e prestare la massima attenzione agli anziani. Si risparmia in tutti i sensi”.