“Cosimo Indaco da vent’anni continua a presiedere indisturbato lo stesso porto di Catania, prima come Presidente ed oggi come Commissario portuale nominato ancora una volta su designazione del suo nume personale e politico il Sindaco Enzo Bianco, il quale con lui, disconosce simile grave conflitto di interessi. Indaco specifica su La Sicilia di un “archivio” otto giorni prima che Bianco venga sentito dalla Commissione Parlamentare Antimafia su nuovi fatti oltre quelli fin dal 2000 già sotto Vs. esame con il dossier dall’eloquente titolo “Porto delle Nebbie” e quegli altri fatti sullo sesso porto aggiornati a nostra firma del 30.12.15. Fatti del 2000 che hanno visto protagonisti gli stessi soggetti: il Sindaco uscente perché promosso Ministro Enzo Bianco e il suo designato Cosimo Indaco Presidente portuale indisturbato nei propri affari privati fin dal 1995 .
Nell’intento di giustificare il suddetto “archivio”, Indaco si vanta di un aumento del traffico merci di ben il 13% e di assoluto miracolo in tempo di crisi, ma tace sulle tariffe abbassate per stornare da altri porti tale traffico se vero, tace sul danno economico ed occupazionale arrecato a tali porti e tace sul pesante ingolfamento del traffico stradale in tutta l’area urbana a sud di Catania e del conseguente danno urbanistico e sociale per il degrado causato dalle cataste di container metallici pieni o vuoti, funzionanti od arrugginiti che già oggi presidiano il lungomare a sud in piena città.
Continua Indaco a vantarsi di avere lui inaugurato e fatto inaugurare al Sindaco Enzo Bianco ed Ministro Graziano Ministro Delrio la suddetta nuova darsena abusiva strapagata per circa 100 milioni di Euro ed oggi oggetto della suddetta inchiesta giudiziaria. Da parte sua il Sindaco Bianco non è da meno essendo stato ed essendo tuttora componente di diritto dell’organo decisionale dell’ente portuale commissariato e come tale a perfetta conoscenza dei luoghi, dei fatti e degli artifici posti in essere per conseguire detta abusiva e devastante “darsena” al servizio del trasporto su gomma e di trasportatori già sotto inchiesta . Insiste ancora Indaco a vantarsi di avere realizzato quanto a lui proposto dall’Assessore Comunale alle “Bellezze Condivise” Orazio Licandro: una totale pitturazione “artistica” in tempi di crisi dei silos arrugginiti ex granari semivuoti sulle banchine. Naturalmente Indaco tace sulla mancata rispondenza a corrette specifiche esigenze mercantili di tale spesa, tace su chi la abbia pagata e tace infine sulla precedente “Bellezza” ideata da Licandro e condivisa con il Sindaco Bianco nell’ avere inaugurato la “mostra d’arte” presso il night club Empire sotto sequestro per mafia. La stessa “Bellezza” che risulta in esame di codesta Commissione Parlamentare Antimafia il 14.1.2016 imminente.
Su tali “ nebbie” pittoriche Bianco ed i suoi fidati Indaco e Licandro, tacciono accuratamente sul vero scopo dello sperpero di denaro pubblico in tempo di crisi per simili espressioni “artistiche” in ambito mercantile e non in ambito urbano quanto meno. Tacciono sul vero scopo di legittimare il mantenimento sulle banchine portuali di silos semivuoti la cui rilevante cubatura oggi inutile e finora non rimossa, potrebbe rivelarsi presto venire volturata a far parte di quella assurda ed illegittima cubatura sulle banchine per un milione e mezzo di metri cubi di ignota destinazione , programmata nel 2000 da Indaco mediante un piano portuale mai approvato finora avvedutamente dal Consiglio Comunale. Dopo ulteriori riferimenti letterari finalizzati a travestire come legittima la abusiva violazione di legge avvenuta con la deviazione del Torrente Acquicella non a caso definita “riqualificazione” in arrogante dispregio di quanto rilevato dal Magistrato inquirente dopo una triennale istruttoria, il Commissario Indaco si sofferma a mostrare una sopravvenuta competenza in materia ambientale e naturalistica, che però risulta in aperto conflitto con quanto da lui stesso programmato quando era Presidente del porto. Infatti Indaco nel 2000 e da Presidente, programmò una “darsena” in piena foce del Torrente Acquicella ed in dispregio della L 431/85 per la quale venne istruita la gara di concessione vinta dal gruppo Acqua Marcia per edificare in piena spiaggia ben 400.000. metri cubi di edifici maldestramente camuffati da porto turistico del tutto privo delle preventive VIA-VAS e del prescritto consenso del Consiglio Comunale. Indaco oggi da Commissario, dopo la paralisi giudiziaria di Acqua Marcia per altri analoghi porti in Italia, ha inaugurato la stessa “darsena” come approdo al servizio della propria ditta e di altre ditte di trasporto, dalle quali non risultano finora escluse quelle già note sotto indagini e sequestri per mafia.
Tali errori non permettano di continuare a sottrarci la sola via di salvezza economica ed occupazionale rimasta: il mare come in tutte le città marittime del mondo.
Con il dovuto ossequio
Comitato Porto del sole -182 cittadini sottoscrittori
I portavoce in atto Roberto Matteini e Marcello Di Luise