CATANIA – “Nessuna minaccia ai minori ucraini, al momento c’è un problema politico tra Italia e Ucraina”. L’avvocato Giuseppe Lipera convoca la stampa insieme al console ucraino Maksym Kovalenko e alla collega Rosa Lo Faro, accanto a loro c’è la tutrice Yuliya Dynnichenko, indagata per presunte minacce ai minori da rimpatriare e tentata estorsione. Lei, però, insieme ai legali, respinge fermamente le accuse.
La tutrice si difende
“Non ho mai fatto male a un bambino – dice la Dynnichenko – le testimonianze che si trovano agli atti provengono dalle traduzioni che non tengono conto delle emozioni e del tono. Non sappiamo cosa abbiano considerato come minaccia. Alcuni bambini non li vedo da un anno, li ho cresciuti io, perché queste denunce – conclude – non ci sono mai state in precedenza? Una delle due sorelle finite al centro delle pagine dei giornali l’ho cresciuta per anni, è una cucciola, mi chiamava mamma”.
Il rischio dell’arruolamento
Le famiglie siciliane che hanno accolto i minori temono che possano essere arruolati dopo il rientro. Il console non ha dubbi: “Da noi non c’è una leva obbligatoria, al momento contro i russi combattono i professionisti. La leva obbligatoria prevede un percorso formativo di un anno, ma non che si vada a combattere nell’immediato e comunque l’accesso al servizio militare è quasi sempre volontario”.
L’Ucraina chiede il rientro dei minori
Il Console ucraino mostra il documento ufficiale con cui le autorità ucraine chiedono il rientro dei minori in patria. Si tratta del grimaldello che sta alla base della strategia legale che serve a legittimare il rientro dei piccoli. Solo in Sicilia, sono oltre 300 i minori arrivati durante la guerra. “Molti di loro – sottolinea l’avvocato Lipera – vivono con alcune famiglie siciliane, è vero, mi rendo conto che si siano affezionati, ma adesso devono tornare in Ucraina e la tutrice ha solo operato correttamente”.
Il ruolo delle tutrici
Dall’inizio della guerra, in Sicilia sono arrivati 340 minori ucraini, accompagnati dalle tutrici nominate dal primo ministro Denys Shmyhal. Le tutrici non sono state riconosciute, inizialmente, come rappresentanti legali dei minori dai tribunali italiani, per questo, spiega l’avvocato Lo Faro, “molti bambini sono stati inquadrati come non accompagnati. Avevamo fatto numerosi ricorsi e la Cassazione ha finalmente confermato che le tutrici ucraine sono rappresentanti legali e i minori sono accompagnati. Quindi adesso possono rientrare”.
Nel caso che riguarda la Dynnichenko, i minori ucraini sono stati collocati in varie famiglie e centri di accoglienza. “Dopo la sentenza della Cassazione – continua ancora l’avvocato Lo Faro – il tribunale dei minorenni di Catania prende atto della decisione e dà il nulla osta al rientro”. Ma a questo punto restano aperti due fascicoli sulla tutrice.
Questione sicurezza e minori ucraini
“Abbiamo regioni in cui i bambini possono vivere tranquillamente, solo in questi posti i nostri ragazzi possono tornare”. Il console Maksym Kovalenko rivendica i provvedimenti del primo ministro Denys Shmyhal e le leggi ucraine, secondo cui “non è possibile l’adozione nel periodo di guerra e bisogna proteggere tutti i diritti dei bambini e dopo la guerra fare un rimpatrio nel nostro paese”.
Adesso i ragazzi possono rientrare in sicurezza, aggiunge il console: “Abbiamo una cooperazione molto forte con tutte le autorità locali italiane, ringrazio i tribunali dei minorenni della Sicilia, perché tutti i presidenti sono aperti e disponibili”.
Il caso delle due sorelle malate
Tra le centinaia di minori ucraini in Sicilia, ci sono anche le due sorelle orfane che, da 18 mesi, vivono con una coppia di catanesi: di fatto sono diventati padre e madre per le piccole. Le hanno accudite e curate, perchè soffrono di alcune patologie. Lo hanno fatto anche affrontando viaggi verso strutture mediche specializzate, come il Gaslini di Genova. La coppia è stata denunciata per sottrazione di minore dalla tutrice, ma il procedimento è stato archiviato. Hanno controdenunciato la Dynnichenko e le indagini sono appena iniziate.
I fascicoli e la battaglia legale
Quattro procedimenti penali e numerosi procedimenti civili sono in corso sul caso dei minori ucraini. La Procura ha chiesto l’archiviazione delle denunce presentate dalla tutrice ucraina contro alcune famiglie per “sottrazione di minore”, lei resta indagata per minacce e tentata estorsione. Ma Lipera non ha dubbi: “Chiariremo tutti gli aspetti, basta guardarla in volto, è una persona perbene che sta semplicemente svolgendo il proprio compito sulla base delle leggi ucraine”.