PALERMO- La cocaina, da droga d’èlite, a sostanza stupefacente “a portata di tasca”. Cinquanta euro al grammo, con un costo attuale praticamente dimezzato rispetto a una decina di anni fa. Erano questi i prezzi praticati da una rete di spacciatori che entrava in azione nei quartieri popolari della città. Un ampio bacino di utenza distribuito tra le zone di Ballarò, Villaggio Santa Rosalia e Zisa. Otto le persone finite in manette nel corso dell’operazione antidroga “Sambuca” eseguita dalla squadra mobile, tra queste, tre si trovavano già in carcere. Come Renzo Lo Nigro, 41 anni, finito in arresto un mese fa nell’ambito dell’operazione “Atropos”, che ha smantellato il clan della Noce.
Gli arrestati sono accusati di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente, in particolare cocaina e hashish. Un’indagine partita nel 2010 dall’individuazione di Alessandro Longo, che si occupava dello spaccio di hashish sia a Palermo che in provincia. Oltre a Lo Nigro e Longo – anche quest’ultimo già dietro le sbarre in seguito al blitz antimafia dei carabinieri “Hybris” – il provvedimento è scattato per Antonino Adelfio, 44 anni, Bartolo Carpinteri di 30, Girolamo D’Anna di 40, Giovanni Di Noto di 39, Francesco Paolo Greco di 40 e Vito Priolo di 32. Carpinteri si riforniva da Longo, mentre D’Anna, si occupava della gestione e dello smercio della sostanza stupefacente in modo autonomo. Ad essere in contatto tra loro tramite Greco, invece, Lo Nigro e Longo.
Gli accertamenti della polizia hanno inoltre disegnato una vera e propria mappa dello spaccio cittadino, che ha risentito della crisi economica, con un inevitabile ridimensionamento del prezzo al grammo della droga: 50 euro per la cocaina e 8/10 euro per l’hashish. “E’ un rinnovato interesse per lo spaccio diretto della droga – spiegano gli investigatori – quello che viene fuori da questa operazione. Le indagini mettono in evidenza come i due personaggi di spicco, Lo Nigro e Longo, legati a Cosa nostra, avessero un ruolo da protagonisti nel traffico di sostanza stupefacente.
“Quella a cui si assiste – continuano – è una sorta di “globalizzazione” del emrcato della droga, in cui agiscono i diversi mandamenti mafiosi della città, che a loro volta, adeguano i prezzi della droga per soddisfare le esigenze di clienti provenienti dai diversi quartieri della città”. Un territorio coperto a tappeto dai vari spacciatori, che pur non formando una rete i cui soggetti erano direttamente colelgati, erano riusciti a rappresentare dei veri e propri punti di riferimento per gli utenti, provenienti da diverse zone, anche dalla provincia.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati, in tutto, due chili di droga, tra hashish e cocaina.