PALERMO – “Si può fare un rimpasto ogni sei mesi?”. Gianpiero D’Alia, leader dell’Udc siciliana, invita gli alleati del Pd a evitare richieste “surreali”. E a concentrarsi sulle cose da fare per rilanciare l’azione del governo.
Onorevole D’Alia, partiamo dal vostro risultato alle Europee. Siete soddisfatti per com’è andata in Sicilia?
“La Sicilia ha dato il risultato più alto d’Italia alla lista Ncd-Udc. Il 10 per cento è un risultato positivo e da non sottovalutare”.
Ma non c’era forse la speranza alla vigilia di contendere in Sicilia la leadership dell’area moderata a Forza Italia, che poi ha preso il doppio dei vostri voti?
“C’è un voto di opinione per Berlusconi che in Sicilia è più forte che nel resto d’Italia e nessuno si era fatto illusioni che fosse diversamente. O almeno, io non me ne ero fatte”.
Cosa manca al vostro progetto per ottenere di più rispetto al 4,4 per cento a livello nazionale?
“Gli italiani hanno votato Renzi perché pensano possa rappresentare per il futuro un punto di riferimento. Viene considerato un leader affidabile. E gli elettori hanno premiato quei partiti che si sono rinnovati operando un cambio del gruppo dirigente, come la Lega con Salvini, o Fratelli d’Italia con Meloni. Invece hanno punito forze politiche come i 5 Stelle perché dalla protesta non è passato alla proposta. Anzi, c’è stato un voto di reazione alla follia iconoclasta di Grillo”.
In questo quadro i moderati sono rimasti schiacciati…
“L’area moderata è stata punita perché divisa, senza leadership condivisa e senza progetto per il futuro”.
La leadership condivisa è stata a lungo quella di Silvio Berlusconi.
“Lo è stata fino al 2006. Da allora in poi non più, perché berlusconi ha proposto ricette di governo devastanti. Piangiamo le conseguenze del fatto che non si sia costruito in questi anni un’alternativa. Se Renzi gioca da solo stravince. Bisogna invece costruire una nuova squadra del centrodestra, una missione difficile vista la posizione ondivaga di forza italia che passa dal dialogo con la Lega a quello con i moderati”.
Una leadership nuova in effetti si è proposta, quella di Alfano. Ha raccolto poco più del 4 per cento…
“Alfano si è mosso con generosità. Il risultato della nostra lista è frutto del percorso virtuoso dei due gruppi dirigenti di Udc e Ncd. Ma questa proposta non è stata percepita come risolutiva nel campo dei moderati. È stata premiata con un voto di affetto e di stima senza ulteriore entusiasmo. Ma comunque Alfano non pensava di misurare la sua leadership in questa competzione. Bisogna costruire qualcosa di nuovo”.
Il vostro segretario regionale ha raccolto 35 mila preferenze. Che risultato è?
“Abbiamo dato un contributo alla lista con il segretario Pistorio e con il vicepresidente della regione Valenti: hanno ottenuto numeri importanti e significativi che sottolineano il contributo dato dall’Udc dalla lista”.
E il vostro risultato alle amministrative vi ha soddisfatto?
“Siamo andati bene. A Caltanissetta siamo il primo partito e il motore di questa coalizione con il Pd che ha azzerato i grillini nella terra dove è nato e cresciuto il Movimento 5 Stelle siciliano. Bene anche le liste civiche di ispirazione Udc che ad Acireale sono al ballottaggio con il nostro candidato sindaco. Sono dati significativi che sottolineano la presenza molto forte del partito in Sicilia”.
Come esce da questo voto la coalizione che sostiene il governo regionale?
“Io credo che esca rafforzata. Le forze politiche che sostengono Crocetta hanno preso più voti rispetto alle ultime regionali. Questo voto ci attribuisce una responsabilità in più. Bisogna superare divisioni e polemiche e portare a casa un’agenda di governo. Non possiamo continuare ancora in un dibattito tutto interno ad alcuni partiti. In cui le fibrillazioni continuano, prima, durante e dopo il voto”.
Lei parla di agenda di governo. A cosa si riferisce?
“Parlo di fare cose concrete. Affrontare l’emergenza economica e finanziaria, completare la riforma delle province e delle città metropolitane, programmare l’utilizzo dei fondi strutturali. C’è un calendario di cose importanti da fare su cui tutti dovrebbero concentrarsi, ma questa polemica indebolisce il funzionamento e l’azione del governo”.
Lei pensa che nel Pd qualcuno abbia deciso di staccare spina al governo Crocetta?
“Non sono abituato ad analisi dietrologiche. Il Pd è con noi una delle principali gambe della coalizione, che ha la necessità di garantire stabilità di governo”.
Stabilità? Il segretario del Pd Raciti chiede un nuovo governo…
“Un altro ancora? Abbiamo fatto un rimpasto un po’ surreale prima delle Europee. Farne un altro dopo mi sembra ancora più surreale. Il problema è chiarire il rapporto tra le forze politiche e il governo. Se il Pd ritiene che questo governo non debba più andare avanti, convochiamo un vertice di maggioranza. Ma basta con questo stillicidio di polemiche”.
Insomma, lei non è d’accordo con Raciti.
“Il Pd deve mettersi d’accordo con se stesso. Hanno preteso di fare il governo politico prima delle elezioni. Hanno imposto un percorso e una squadra. Hanno intrecciato, sbagliando a mio parere, la formazione del governo con al formazione delle liste per le Europee, e oggi chiedono un altro rimpasto. Qual è la logica di tutto questo? Si può fare un rimpasto ogni sei mesi? Se questo governo no va bene lo si dica e ci si assuma la responsabilità. Non possiamo farci governare dalla irrazionalità. Per la prima volta sono d’accordo con Leanza, che mi pare abbia detto cose di buon senso al riguardo. O forse Leanza è d’accordo con me visto ce queste cose noi le diciamo da tempo”.
Con Ncd ormai avete avviato un percorso comune. Ma in Sicilia voi state al governo, loro all’opposizione. Può funzionare?
“È una situazione che non può andare avanti e che va affrontata. Ho parlato con l’onorevole Cascio e con gli altri amici dell’Ncd di questo. Penso che sia necessario vederci per stabilire insieme un percorso comune. Il nostro è un rapporto non legato solo alla contingenza elettorale”.
Percorso comune significa che Ncd entra in maggioranza?
“Io non credo che sia questo il problema. Bisogna fare scelte in maniera condivisa”.
Con la nascita del Crocetta bis il vostro gruppo si è spaccato a metà. Come va adesso?
“Non mi pare che ci siano più motivi di polemica. Ci vedremo dopo i ballottaggi per fare una riflessione”.
I grillini vi hanno attaccato per il voto sul vitalizio concesso anche ai condannati per reati di mafia. Come commenta?
“Che è una vicenda emblematica del fallimento del Movimento 5 Stelle. È noto a tutti che le norme che regolano questa materia sono di competenza esclusiva dello Stato. Attivare queste iniziative sapendo che non hanno sbocco è un modo immorale di condurre la lotta politica”.