È approdato a Sala d’Ercole, ieri sera, il cosiddetto “Piano casa”, che prevede interventi per la riqualificazione urbanistica e per il rilancio del settore edilizio, un comparto nel quale nell’ultimo anno si sono persi circa 30 mila posti di lavoro. Dopo la relazione del testo fatta da Marianna Caronia e la discussione generale che ne è seguita, il vicepresidente dell’Ars, Santi Formica, ha fissato alle 12 di lunedì il termine per la presentazione degli emendamenti. Nella seduta si è proceduto anche alla votazione finale del ddl sull’istituzione delle unità operative delle professioni sanitarie (che darà luogo tra l’altro all’assunzione di 68 nuovi dirigenti da selezionare attraverso concorsi pubblici), approvato all’unanimità, ed è inoltre passato un ordine del giorno contro la chiusura di Rai Med.
In apertura di assemblea sembrava che il ddl sul “Piano casa” potesse tornare in commissione, per la richiesta di sospensione e i rilievi mossi da parte di Fabio Mancuso, il quale ha contestato gli articoli riguardanti gli oneri concessori che secondo l’esponente del Pdl, creeranno problemi nella preparazione dei bilanci comunali. Mancuso, presidente della commissione Territorio e ambiente, ha poi deciso di ritirare la sua richiesta, senza però lesinare critiche all’esecutivo regionale. “Chi ha ritardato l’approvazione del Piano casa in commissione è esclusivamente il governo. Con la mia proposta di sospensione, volevo solo porre l’attenzione su una questione che rischia di creare scompensi agli enti locali sotto il profilo economico e finanziario”, ha detto Mancuso, che ha poi aggiunto: “Non è vero che questo è il Piano casa voluto da Berlusconi perché siamo fuori tempo massimo rispetto a quanto deciso nella conferenza Stato-Regioni. La Sicilia è l’unica regione assieme alla Calabria che deve ancora approvare questa legge. Io propongo di preparare un emendamento che dia un’anima al ddl in quanto, così com’è stato pensato, non porterà vantaggi al comparto edilizio”.
A schierarsi per primo per il prosieguo dell’iter legislativo in aula, è stato il centrista Salvatore Cintola, il cui voto contrario in commissione aveva generato discussioni anche all’interno del suo stesso partito. “L’argomentazione di Mancuso non è peregrina: è chiaro che il ddl va approfondito, ma questo va fatto in aula. Io sono stato l’unico a votare contro in commissione proprio perché questa legge non può diventare una sanatoria. Per questo invito il governo a dare la giusta attenzione agli emendamenti che ho presentato”. Una posizione, quella di Cintola, condivisa da tutto il gruppo dell’Udc che ha annunciato la presentazione di 12 emendamenti, di cui uno volto a concedere una proroga alle cooperative edilizie per la realizzazione dei loro programmi di costruzione. “L’Udc – ha spiegato il capogruppo Rudy Maira – non sarà disponibile a camuffare questa legge in una sanatoria edilizia. Abbiamo presentato un primo pacchetto di modifiche con il quale vogliamo consentire alle famiglie con persone disabili di effettuare adeguamenti strutturali e logistici necessari a rendere l’immobile privo di barriere architettoniche”.
Il deputato del Pd, Davide Faraone, ha poi posto l’accento sulla necessità di includere nel provvedimento delle norme specifiche per l’edilizia sociale (così come chiesto in giornata a gran voce anche da Legambiente), ricordando il caso dei coniugi Bellavia che, iscritti da tempo nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare, hanno perso due figlie nel crollo della palazzina di Favara. “Credo che questa regione potrà parlare di Piano casa quando troverà le soluzioni per dare un’abitazione a chi ha un reddito basso o nullo. Non è vero che in Sicilia non si costruisce più: costruiscono i furbi, in maniera abusiva, e i ricchi. Dobbiamo fare in modo che il ddl – ha aggiunto Faraone – diventi un progetto organico che dia una risposta al problema dell’edilizia sociale, perché le case in Sicilia ci sono, ma non per i più poveri”. Secondo il capogruppo dei democratici, Antonello Cracolici, “questo testo, che pure sarà in vigore per 24 mesi, segnerà il destino edilizio e urbanistico dell’Isola per i prossimi decenni. Non possiamo consegnare alla Sicilia e ai nostri figli un Far West senza precedenti”.
Il bisogno di porre dei paletti per impedire che la legge si trasformi di fatto in una sanatoria è stato manifestato anche dal Pdl ufficiale. “Sono convinto e d’accordo sul fatto che vanno individuati dei vincoli molto rigidi, escludendo per esempio quegli edifici che hanno usufruito del condono edilizio”. L’ex assessore Nino Beninati, rimasto fuori dalla giunta in seguito alla rottura tra la corrente lealista del Pdl e l’Mpa, dal canto suo ha invitato i deputati regionali a “dimenticare l’appartenenza politica per senso di responsabilità, perché questa è una norma neutra, che non è né della maggioranza né dell’opposizione”.