Novanta minuti per un'ambulanza | Studentessa rianimata a scuola - Live Sicilia

Novanta minuti per un’ambulanza | Studentessa rianimata a scuola

Questione sanità nel comprensorio ionico etneo all'attenzione del Prefetto.

GIARRE. Non sembra essere un caso isolato il grave ritardo, circa 40 minuti, con cui mercoledì mattina è giunta a Riposto da Linguaglossa l’ambulanza medicalizzata chiamata per soccorrere un infartuato. Un episodio analogo è avvenuto il giorno prima, martedì scorso, quando una giovane studentessa di un istituto superiore giarrese ha accusato un malore. Erano le 9 quando la ragazza, da poco entrata a scuola, è stata colta da un attacco epilettico. Una circostanza non nuova, purtroppo, per la giovane, subito soccorsa dal personale docente e dai collaboratori scolastici, che hanno chiesto l’immediato intervento a scuola dei sanitari del 118. Ma le ambulanze medicalizzate erano impegnate altrove. A quel punto sarebbero stati avvertiti i genitori, giunti poco dopo nel plesso scolastico. Nonostante la somministrazione della medicina la giovane studentessa non ha dato cenni di ripresa, perdendo poco dopo anche i sensi. Presi dal panico per il mancato arrivo dell’ambulanza qualcuno ha anche chiamato carabinieri e polizia per denunciare quanto stava accadendo. Provvidenziale l’intervento di un’ex studentessa che si trovava per caso nell’edificio scolastico. La giovane professionista è riuscita a rianimare la ragazza. L’ambulanza medicalizzata, chiamata alle 9 e 15, è giunta solo alle 10 e 40, dopo quasi un’ora e mezza. La giovane è stata così trasportata all’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale, dove si troverebbe tuttora ricoverato.

E’ l’ennesimo caso che conferma l’evidente carenza di servizi sostitutivi per far fronte alle emergenze, dopo la soppressione del pronto soccorso del “Sant’Isidoro”, in un territorio, come quello ionico etneo, che conta quasi 100mila residenti. Le uniche tre ambulanze medicalizzate, a Giarre, a Mascali e a Linguaglossa, sono insufficienti per garantire un’adeguata risposta. Una questione che rischia di far esplodere la rabbia dei cittadini. Con una nota la Rete delle associazioni jonica, che da circa un decennio combatte per difendere il nosocomio di via Forlanini, interviene sulla vicenda. “Ci ritroviamo sempre a commentare da anni – si legge – le scelte scellerate volute e perpetrate ma ancor peggio avallate fino ad oggi da chi il potere lo gestisce. E tornano in mente alcune dichiarazioni infelici, tra le più infelici quella che avremmo avuto 5 ambulanze medicalizzate (sono solo 3) come 5 pronto soccorso ambulanti. Quello che è accaduto l’altro ieri non è un caso di malasanità ma l’ennesima prova che la cosiddetta “rifunzionalizzazione” proposta e messa in atto in sostituzione della chiusura del Pronto Soccorso nell’ospedale di Giarre, non garantisce il diritto alla vita”. E poi l’appello alle istituzioni e a tutti i cittadini a lottare per difendere i propri diritti. “A chi ci rappresenta localmente si chiede con forza di rappresentarci e di lottare – si legge ancora – Noi come Rete delle Associazioni Jonica continueremo il percorso con la giustizia ordinaria, staremo vicino agli indagati per il blocco ferroviario, ci mobiliteremo insieme alle altre entità che lottano per l’ospedale ma sarà tutto inutile come lo è stato fino ad oggi se il popolo non si sveglierà, se non prenderà consapevolezza che ogni persona che muore ingiustamente è come se morisse una parte di se…”. Ieri intanto la questione ospedale di Giarre è approdata davanti al Prefetto di Catania. Il sindaco di Giarre, Angelo D’Anna, ha chiesto e ottenuto, a nome di tutti i colleghi del distretto sanitario 17, la convocazione di un vertice con tutti gli enti coinvolti.


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