CATANIA – Nove persone ai domiciliari e sequestri per 3 milioni di euro. Sono questi i numeri della retata Reaping della Guardia di Finanza di Catania, che ha eseguito nove misure cautelari personali nei confronti di un’associazione a delinquere finalizzata all’illecita percezione di aiuti comunitari all’agricoltura, attiva nel calatino.
Il sistema, finito sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, si basava su una “procedura criminale chirurgica” e ben organizzata che consentiva di intascare illecitamente i fondi Pac attraverso la complicità di alcuni “colletti bianchi”, responsabili dei centri di assistenza agricola che chiudevano un occhio sulle procedure, agevolando la frode omettendo “di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, attestandone falsamente la regolarità”. Il prezioso aiuto dei responsabili dei centri (ruolo ricoperto da tre dei nove arrestati) consentiva anche di effettuare delle “analisi a monte” per capire dove potere attingere ai contributi attraverso l’individuazione di terreni che non avevano ancora ottenuto gli aiuti.
Non soltanto terreni di proprietà di privati cittadini, ma anche dello Stato, del Demanio della Regione Siciliana e di numerosi Enti locali in varie province siciliane che, ovviamente, non avevano mai concesso l’uso di tali fondi agricoli. “Emblematico è il caso di alcuni terreni della Diocesi di Agrigento e del Consorzio Sviluppo Industriale di Gela”. Una volta acquisite le informazioni necessarie si “procedeva a redigere falsi contratti di affitto e/o di comodato di tali terreni con soggetti del tutto ignari e, in taluni casi, addirittura deceduti, intestandoli a persone compiacenti”. I vertici dell’organizzazione reclutavano individui (tutti indagati) che dietro un pagamento di mille euro consegnavano copia dei propri documenti di riconoscimento necessari per le istanze di accesso ai finanziamenti.
Nulla era lasciato al caso. Ad esempio, per coprire l’operazione illecita si procedeva a trasferire di anno in anno i terreni da un indagato all’altro attraverso “cessioni incrociate, in modo da non far risultare lo stesso beneficiario per il medesimo fondo agricolo”. Oppure si creavano imprese agricole ad hoc “costituite al solo scopo di gestire, solo sulla carta, per ogni annualità (campagna agricola), oltre 1.500 ettari di terreno”. Le indagini, inoltre, hanno appurato che in certi casi sono state falsificate le firme dei capi d’area tecnica di alcuni Comuni sui contratti di cessione dei terreni di proprietà degli enti locali.
La chiave di volta delle indagini è stata l’individuazione della connessione tra le varie “denunce atomistiche” degli agricoltori siciliani che si vedevano rigettate le domande di ammissione ai fondi. Proprio da una denuncia era partita l’operazione “Terra Bruciata”, di cui Reaping rappresenta il seguito, conclusa nel mese di maggio 2014 con l’esecuzione di 13 misure cautelari personali e con il sequestro di 1.500.000 euro di contributi illecitamente percepiti. L’operazione Reaping ha portato alla denuncia di 57 persone, “tra cui interi nuclei familiari in alcuni casi collegati con esponenti di spicco della criminalità organizzata che, negli anni dal 2009 al 2014, hanno percepito indebitamente oltre 2.700.000 euro di contributi”. Siamo di fronte a “un fenomeno illecito che incide negativamente sull’economia della provincia catanese e siciliana”, ha sottolineato il comandante della guardia di finanza Roberto Manna.
E le cifre legate agli aiuti comunitari al comparto agricolo lo confermano: i flussi di contributi indirizzati al nostro paese si attestano intorno ai sei milioni di euro annui. In un contesto simile è evidente come l’addebitamento improprio di risorse lascia poco o nulla all’agricoltura locale e reale. “I finanzieri hanno anche eseguito provvedimenti di sequestro di immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite dagli indagati” e avviato le procedure di blocco dell’erogazione dei fondi per l’anno 2015 legati alle domande di pagamento di contributi all’AGEA per circa un milione di euro, presentate dall’organizzazione.
I NOMI DEGLI ARRESTATI E FINITI AI DOMICILIARI.
1. FARANDA GIANLUCA , nato a Tortorici (ME) il 30/05/1981
2. SPASARO GIUSEPPE NATALE , nato a Galati Mamertino (ME) il 18/03/1955
3. ACCIARITO ORAZIO , nato a Lentini (SR) il 07/11/1971 e residente a Vizzini
4. FARANDA DAVIDE , nato a San t ’Agata di Militello (ME) il 23/10/1983 e
5. FARANDA SETTIMO IVAN , nato a Sant’Agata di Militello (ME) il 10/05/1985
6. OLIVA MARIO , nato a Vizzini (CT) il 28/07/1964
7. CONTI TAGUALI MARIA ROSITA , nata a Bronte (CT) il 20/04/1977
8. LA FERLITA LILIANA GIUSEPPINA , nata a Ragusa il 19/04/1982
9. LICCIARDINO SEBASTIANO , nato a Militello in Val di Catania (CT) il 06/10/1950