Cronaca

Il sogno di Rosalba: “Vito mi chiamava al telefono…”

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12 Maggio 2021, 06:11

3 min di lettura

PALERMO– “Sa, ho anche sperato che Vito fosse sopra un’isola, su uno scoglio, lontano, ma salvo, dopo il naufragio. Ho sognato che mi chiamava al telefono e che mi diceva: mamma, sto bene”. I sogni delle madri sono così. I sogni di Rosalba Lo Iacono sono belli e impossibili come quelli di tutte le mamme. Perché per le mamme il dolore è una pietra d’inciampo sul cammino di un infinito amore. Un anno fa cominciava la tragedia del Nuova Iside, ma in questa mattina di maggio non era ancora successo niente. Vito Lo Iacono, il comandante del peschereccio affondato, suo papà Matteo e Giuseppe, il cugino, erano in mare con la prospettiva di un duro lavoro, senza sospettare che stavano navigando attraverso il loro ultimo giorno di vita. Poi, la devastazione. Il corpo di Vito è tornato a casa dopo una lunga attesa. C’è un’inchiesta. C’è la sacrosanta richiesta di verità. Qui ascoltiamo i sogni di una madre, con la loro voce.

Signora Rosalba, il giorno prima era l’undici maggio. Cosa ricorda?
“Che mio marito Matteo e mio figlio Vito sono usciti di casa, all’una, per una battuta di pesca, con Giuseppe. Ed è stata una battuta di morte”.

Come avete passato quegli scampoli di normalità?
“Vito stava con la sua compagna, Giovanna. Alle dieci di sera era bordo per preparare tutto e sistemare ogni cosa, era un comandante molto scrupoloso. Matteo era con me, all’una è suonata la sveglia, ha preso il caffè ed è andato via. Era tranquillo. Era l’ultima volta che facevano quel tipo di pesca, poi sarebbero tornati alla pesca del gamberone”.

Sono rimasti in acqua più del previsto.
“Perché avevano fatto poco e c’erano mille euro di esche da non sprecare”.

Dunque, suo marito si è alzato. Lei dormiva?
“Mi sono svegliata come sempre, lui ha fatto entrare in camera da letto Niku, il nostro cagnolino che, come al solito, si è accucciato con me”.

E’ il cagnolino che ha vegliato la bara di Vito a casa? E che gratta la porta ogni volta che sente rumore, come se loro dovessero tornare?
“Sì”.

Questo tempo come è passato?
“E’ stato un anno orribile. Non ci voglio credere ancora. Anche io aspetto mio marito e mio figlio”.

Lei ha subito riconosciuto in quei resti emersi le sembianze di suo figlio Vito.
“Ho sentito che era lui, quando ho visto le foto”.

Prima di trovarlo cosa ha pensato?
“L’impossibile. Che si era salvato, che era sbarcato su un’isola, aspettavo una sua telefonata, una chiamata da un cellulare sconosciuto… Sogni, lo so, ma io sono una mamma”.

E adesso cosa desidera?
“Vogliamo sapere la verità. Almeno questo”.

Chi le è stata accanto?
“La mia famiglia, i miei fratelli: papà e mamma non li ho più. Tutta la comunità di Terrasini, il sindaco Giosuè Maniaci e l’onorevole Lorenzo Viviani. Sugli altri politici preferisco sorvolare”.

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Vennero a casa sua per portare solidarietà in tanti.
“E promisero che si sarebbero impegnati per il recupero del relitto. Guardi, meglio che non parlo. Noi comunque lanceremo una raccolta fondi per andare a visionare l’altro lato della barca, in cerca di ulteriori elementi su quello che potrebbe essere accaduto”.

Come ricorderete l’anniversario?
“Anche con una lapide su cui abbiamo fatto scolpire una frase da ‘Il vecchio e il mare’ di Hemingway.

Una storia di pescatori.
“Non è facile esserlo, la mia solidarietà all’equipaggio contro cui sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco”.

Che c’è scritto sulla lapide?
“L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto“.

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Pubblicato il

12 Maggio 2021, 06:11

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