Cronaca

Nuove restrizioni in Sicilia? Ecco i numeri su cui si decide

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13 Gennaio 2021, 16:05

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Mentre i numeri raccontano di un contagio che corre a Palermo, con il sindaco Leoluca Orlando che insiste nel chiedere la zona rossa per il capoluogo, alla Regione si fanno i conti sui dati per assumere decisioni ancorate ad evidenze scientifiche. E il numero più allarmante degli ultimi giorni, quello dell’incidenza dei positivi sui tamponi, è un osservato speciale. Il tasso di positività, cioè il rapporto tra i tamponi positivi e quelli fatti, in Sicilia ha sfiorato in questi giorni il 20 per cento: tantissimo. Ma come si legge questo numero? Anzi tutto c’è una cosa da chiarire in partenza: l’indice di positività si calcola solo sui tamponi molecolari e no su quelli rapidi (come quelli che si fanno di solito nei centri privati o nei drive in e che sono molti di più). Ora, poiché quando un tampone rapido risulta positivo si fa il tampone molecolare, che di norma è anch’esso positivo, è chiaro che più alto è il numero dei tamponi rapidi più sale l’indice di positività.

Cosa ha fatto il Veneto

Sulla base di una nuova circolare del ministero, il Veneto, che aveva un tasso di incidenza altissimo, ha cominciato a inserire nel conteggio anche i tamponi rapidi. E così la regione più colpita dalla seconda ondata della pandemia ha visto abbassarsi l’indice, al 4 per cento, che però per lo Stato resta al 13 considerando solo i molecolari.

I numeri dei tamponi rapidi in Sicilia

E in Sicilia? Livesicilia ha appreso che dall’1 all’11 gennaio nelle strutture pubbliche sono stati fatti 147.917 tamponi rapidi e di questi 6.535 sono risultati positivi. A questi si aggiungono tutti quelli dei laboratori privati. È evidente che le proporzioni sono molto lontane dal 20 per cento. Ma anche questo dato non è scientificamente affidabilissimo perché nel novero totale dei tamponi rapidi si calcolano anche quelli ripetuti alla stessa persona.

Due passaggi prima di nuove misure

Che il contagio stia correndo in Sicilia lo raccontano anche altri dati, a partire dai decessi e dal rapporto tra contagiati e popolazione residente. “L’impatto ospedaliero è stato un po’ più alto nell’ultima settimana ma abbastanza contenuto. Bisogna comunque adottare misure di cautela”, dice a Livesicilia l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Quali? Zone rosse nelle grandi città? Per deciderlo la Regione aspetta due informazioni: “Stasera si aspettano i numeri dell’incidenza del virus sui comuni, un report dettagliato per città – dice Razza -. E a breve conosceremo il contenuto del nuovo dpcm e le eventuali nuove restrizioni. In funzione di queste due cose, faremo delle valutazioni di insieme e si potrebbero assumere ulteriori decisioni. Ma non possiamo legare le decisioni assunte a una estemporaneità o a qualcosa non scientificamente sostenibile”.

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Ospedali e tamponi

Intanto si parla di nuovi posti negli ospedali: è tornato il modello “a fisarmonica”? “Stiamo valutando se potenziare qualcosa rispetto al pano del 30 novembre, aggiungendo nuovi posti – dice Razza -. Sicuramente bisogna mettere in atto tutte le misure per evitare ulteriori chiusure più avanti”. Ad esempio, per ovviare al problema dei falsi negativi ci sono le comunità di riferimento, le ripetizioni dei tamponi, una serie di linee guida che c’eravamo già dati in Sicilia prima della circolare del ministero”.

“Più fai i controlli più ti chiudono”

Il commissario per l’emergenza Covid dell’Asp di Catania, Pino Liberti, a Livesicilia l’ha spiegata così: “Nell’analisi dei dati quotidiani va preso in considerazione il numero proveniente dai tamponi rapidi è una visione quasi ovvia, ma purtroppo molte volte ci fermiamo alla lettura dei numeri lasciandoci prendere dall’onda emotiva. Ma se è vero che a Catania c’è il maggior numero di contagi, va anche detto che un peso nel tasso di positività lo danno i tamponi molecolari che sono frutto dei rapidi. Nella provincia etnea si processo migliaia di tamponi rapidi al giorno tra aeroporto, mercato ortofrutticolo, screening nelle Rsa e drive-in che allestiamo periodicamente in alcune città nel weekend”. Insomma, sintetizza Razza, “più tamponi si fanno, più positivi incontri, è una situazione singolare: se sei bravo ti chiudono”.

E allora, senza farsi trascinare dal panico dell’emotività ma avendo ben presente che la situazione in Sicilia è più che seria, occorre comprendere e analizzare i numeri. E ci vorranno almeno un paio di giorni prima che da una lettura di questi ultimi arrivi il verdetto su nuove e più stringenti chiusure nelle grandi città.

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13 Gennaio 2021, 16:05

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