CATANIA – Un perfusionista in servizio nell’ospedale universitario di Catania, Santo Torrisi, di 58 anni, è stato sospeso dalla professione su disposizione del gip del tribunale etneo nell’ambito di una indagine della Procura presunti episodi di violenza sessuale e concussione nei confronti di sette studentesse universitarie avvenuti tra il 2010 e il 2014. A quel tempo l’uomo era coordinatore, nell’Ateneo catanese, del corso universitario di “Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare”. Secondo quanto accertato durante indagini avviate dalla Procura dopo la segnalazione da parte di un gruppo di studentesse ed ex studentesse, Torrisi avrebbe sfruttato la sua posizione universitaria per imporre le proprie attenzioni sessuali alle ragazze minacciando anche ritorsioni sulle loro carriere universitarie. Ad eseguire la misura cautelare interdittiva sono stati i carabinieri della Procura di Catania. La Procura aveva avanzato una richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
L’intervento del rettore Pignataro. In merito alla notizia riguardante l’esecuzione, da parte del Gip presso il tribunale di Catania, di una misura cautelare interdittiva nei confronti del dott. Santo Torrisi, accusato di aver commesso reati quali la violenza sessuale e la concussione nei confronti di alcune studentesse del nostro Ateneo, si precisa che lo stesso non è un docente universitario, bensì un dipendente dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, che all’epoca dei fatti contestati era impegnato in qualità di coordinatore del tirocinio in un corso di laurea delle Professioni sanitarie.
Tale attività è stata immediatamente interrotta dal momento in cui l’Ateneo ha ricevuto la segnalazione di avvio delle indagini. L’Università di Catania si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario che dovesse scaturire dalle indagini. Vicende di questo genere creano un gravissimo danno all’Università come istituzione, discreditando il lavoro di migliaia di altre persone che invece operano quotidianamente con impegno e serietà per trasferire conoscenze, competenze e valori ai giovani.
Il Rettore invita tutte le studentesse e gli studenti a segnalare prontamente casi analoghi anche attraverso il Comitato Unico di Garanzia che ha gli strumenti per intervenire a tutela del benessere di chiunque vive ed opera nell’Ateneo.
Se le gravissime accuse verranno accertate, non possiamo che esprimere la massima riprovazione e la più ferma condanna per questo genere di comportamenti che, ancor prima dei rilevanti aspetti penali, mai dovrebbero sussistere in chi svolge una missione così importante come l’insegnamento.