PALERMO – L’elenco non c’è ancora. Ma ha già scatenato una guerra. Il Patto per la Sicilia continua a fare discutere. E adesso la tensione è fortissima tra giunta e Parlamento. Dove la lista delle opere finanziate con i Fondi nazionali non è ancora giunta. Nonostante da giorni circolino ipotetiche bozze con gli interventi da finanziare.
In realtà di opere non si parla ancora. Almeno ufficialmente. L’elenco dei progetti finanziabili con i 2,3 miliardi del Patto annunciato da Matteo Renzi nella sua visita in Sicilia, dovrà però essere pronto entro giovedì. Almeno così è stabilito in una delibera di giunta che ha già scatenato l’ira dei deputati.
Trattandosi di un vero e proprio atto programmatico, infatti, viene considerato obbligatorio il passaggio attraverso la Commissione bilancio dell’Ars, presieduta da Vincenzo Vinciullo. Ma lì, del Patto non c’è neanche l’ombra. E qualche giorno fa, i deputati della seconda commissione hanno anche lamentato l’assenza del governo.
“La giunta – dichiara Vinciullo – non ha approvato alcun elenco delle opere da finanziare in Sicilia, ma si è limitato ad approvare le macro aree su cui poi, nei modi e nelle forme previste dalla legge, e non dai capricci personali, calare i singoli progetti. Mercoledì scorso l’assessore al Territorio e Ambiente e il vicepresidente della Regione non si sono presentati in Commissione Bilancio e Programmazione in quanto, per iscritto, hanno giustificato la loro assenza asserendo di non aver ancora la Giunta di Governo deliberato sui singoli progetti da finanziare, per cui o hanno mentito alla Commissione o sparano castronerie sui giornali”.
Ma l’assessore Croce e la vicepresidente Lo Bello sono stati convocati nuovamente per domani, “per relazionare sull’elenco delle opere da finanziare e da inviare a Roma. Ad oggi, – aggiunge Vinciullo – gli ipotetici elenchi non sono stati inviati alla Commissione di merito, cioè a quella da me presieduta, per cui è certo che l’elenco esiste nella mente di qualche assessore o solo nelle copie, ormai vecchissime, che circolano da più di tre mesi”.
Insomma, Vinciullo parla di “libro dei sogni” e di “medagliette di cartone” che assessori si appunterebbero per motivazioni legate al consenso sul territorio. Alle solite, care, vecchie clientele insomma. E del resto, il Patto per la Sicilia aveva già fatto discutere mesi addietro, quando in una modifica operata dalla giunta saltarono fuori diversi interventi destinati a Gela, la città del governatore Crocetta. Non mancarono, poi, nemmeno le critiche dei rappresentanti dei costruttori, che parlarono di elenco confuso, contenente opere inesistenti, a fronte di tante altre, già cantierabili, non presenti nella lista.
Non a caso, con una propria risoluzione, la Commissione bilancio aveva impegnato il governo regionale a modificare l’elenco sulla base di elementi oggettivi “e non clientelari”, prosegue Vinciullo. “La commissione verificherà questi aspetti e non farà sconti a nessuno – prosegue – in pratica: hai il progetto esecutivo? Starai nell’elenco. Non ce l’hai? Dovrai andare fuori”.
Domani, quindi, sul tavolo della commissione potrebbe arrivare qualcosa di maggiormente somigliante all’identikit del “Patto”. Ad oggi, negli atti ufficiali c’è solo la “sagoma”. In pratica, la suddivisione dei fondi, in base ai settori di intervento. Eccoli nel dettaglio: al Turismo andranno 164 milioni di euro per interventi sulla “filiera audiovisiva”, la promozione dell’immagine della Regione e gli interventi sui siti archeologici e i beni culturali. Al settore delle Infrastrutture andranno 640 milioni di euro: serviranno, tra le altre cose, per interventi sui porti siciliani, per le strade secondarie e per interventi di recupero nei Comuni. Degli oltre 208 milioni destinati al settore delle Attività produttive, previsti interventi di riqualificazione delle ex Asi, e nelle aree di Gela e Termini Imerese. All’Ambiente è destinata la fetta più grossa: 1,2 miliardi che serviranno per interventi di vario tipo, dalle bonifiche alla depurazione, dagli impianti per il trattamento dei rifiuti alle infrastrutture idriche, oltre a interventi di messa in sicurezza da frane e alluvioni. Oltre 113 milioni invece andranno al settore della “Sicurezza, legalità e vivibilità”: la metà di questi fondi servirà per gli impianti sportivi siciliani. Quali, ancora non si sa. Su questi e su tutte le altre voci, sarà “guerra” all’Ars.