PALERMO – Si era messo in mezzo “l’onorevole”, ma alla fine i lavori furono assegnati alla ditta vicina al boss.
Tra gli arrestati del blitz dei carabinieri a Belmonte Mezzagno c’è Giuseppe Benigno, scampato in un agguato lo scorso dicembre. Benigno era in contatto con il cugino Giovanni Salvatore Migliore, coinvolto nella precedente operazione che ha azzerato la nuova cupola di Cosa Nostra.
Migliore si confidava spesso con il cugino, con il quale condivideva alcuni interessi economici. Gli raccontava l’evoluzione dei suoi affari portati avanti grazie a “figure imprenditoriali e professionisti compiacenti”. Migliore, scrivono i pubblici ministeri della Dda di Palermo, “irrompeva grazie alla forza intimidatrice derivante dal suo noto vincolo associativo nei mercati e negli appalti, ancorché pubblici, soggiogando importanti imprese affermate anche a livello nazionale, da cui otteneva l’affido d intere commissioni”.
E siamo al braccio di ferro a distanza con il misterioso onorevole. “Devo andare a Bagheria perché ieri un bordello è successo… sì… ma che cominciarono.. u travagghiu forse ce lo levarono”, diceva un imprenditore a Migliore. E aggiungeva: “… c’è l’onorevole (pronuncia poi qualcosa, forse il nome, bisbigliando ndr)… perché il lavoro gliel’ha levato… hai capito? L’onorevole dice che è attaccato con un ingegnere della Telecom… hai capito? A quanto ho capito ha fatto questa strada”.
Di quale onorevole stava parlando? Quella percorsa era una strada illecita? Una cosa è certa, annotano i carabinieri: l’imprenditore ha finito i lavori. Su questo e su altri appalti sono stati accesi i riflettori investigativi.