CATANIA – “Completa estraneità” della Maxcom Bunker “ai reati che vengono contestati e profonda sorpresa per l’accaduto” è stata espressa in una nota dal presidente della società Giancarlo Jacorossi in merito all’indagine della Guardia di Finanza di Catania che ha portato all’arresto di nove persone, tra cui l’amministratore delegato della Maxcom Bunker Spa Marco Porta, per un traffico internazionale di gasolio rubato dalla raffineria libica di Zawyia, a 40 km ovest di Tripoli, trasportato via mare in Sicilia e successivamente immesso nel mercato italiano ed europeo. “La società – dice Jacorossi – non dispone ad oggi di elementi per muovere rilievi al dott. Marco Porta, che si è mostrato nel tempo manager di elevata professionalità e correttezza. Ha tuttavia apprezzato la disponibilità dello stesso a lasciare la carica nella società ed ogni altra carica ricoperta nel gruppo”. Jacorossi aggiunge che “per quanto gli organi deputati al controllo della legalità degli atti societari abbiano debitamente svolto le attività loro affidate dalla legge, la società procederà ad una indagine interna, anche avvalendosi di advisors indipendenti di elevato profilo e che la società “manifesta piena fiducia nella magistratura e auspica che possa farsi chiarezza quanto più rapidamente possibile. “Nessuna società del gruppo, compresa la scrivente Maxcom Bunker Spa, – conclude Jacorossi – risulta indagata”. (ANSA).