Ordine medici Catania, Saggio: "Fare il nostro dovere" - Live Sicilia

Ordine dei medici, Alfio Saggio: “Vigilerò sul decoro”

Intervista al neo-presidente: "Ci concentreremo sulla nostra attività istituzionale". Resta lo spettro del commissariamento.

CATANIA – Fare quello che deve essere fatto, con serenità. Che, per l’Ordine dei Medici di Catania, significa concentrarsi sui propri compiti istituzionali. Alfio Saggio è stato appena eletto presidente dell’Ordine dopo le dimissioni di Igo La Mantia, indagato nella recente inchiesta sulla sanità aperta dalla Procura, e tratteggia il percorso che l’ordine farà nei prossimi mesi.
Sullo sfondo resta lo spettro del possibile commissariamento.

Dottore Saggio, dopo l’inchiesta sulla sanità qual è la prospettiva per l’Ordine, da qui in avanti?

Sono cose che ho già detto: dobbiamo ristabilire un clima di serenità e condurre al meglio l’attività istituzionale dell’Ordine, senza fare iniziative alternative che possono essere valide, ma sconsigliate. Dunque vigilare sul decoro e sull’indipendenza dell’Ordine.

Su quali compiti allora concentrerà la sua attività?

Il nostro compito primo è il dovere, come organismo istituzionale, di compilare e pubblicare l’albo aggiornato dei medici, con precisione e trasparenza che deve essere esagerata. Poi dobbiamo promuovere il progresso culturale e l’aggiornamento dei nostri professionisti attraverso, ad esempio, il meccanismo dei crediti formativi. Il meccanismo prevede 50 crediti all’anno e 150 nel triennio, e se l’Ordine concorre all’aggiornamento professionali degli iscritti fa cosa meritoria.
È importante poi designare rappresentanti del nostro ordine presso organismi comunali e provinciali, e concorrere con le autorità locali allo studio di provvedimenti che possono interessare la cittadinanza: in questo noi possiamo essere un organo consultivo molto importante per la comunità.

Tra i vostri doveri c’è anche quello di eserciare il potere disciplinare…

È dovere molto importante, da fare molto molto bene, e lo esercitiamo nei confronti sia dei liberi professionisti che dei dipendenti. I poteri disciplinari sono a carico solo del presidente, che non può delegare, e in generale si tratta di procedure molto garantiste e gravose, dal punto di vista del tempo e dell’impegno.
In generale, l’Ordine deve concentrarsi esclusivamente su questo, per essere puntuali ed essere precisi. A volte c’è un po’ di attesa, perché queste cose sono farragginose e a volte si attende troppo. Ci sono ritardi, dovuti anche al Covid, che vanno recuperati.

Cosa l’ha spinta ad assumere la carica di presidente dell’Ordine, in un momento così delicato?

Soprattutto lo spirito di appartenenza e l’affetto per l’istituzione. Ci ho creduto per molto tempo e credo si possa fare qualcosa di buono. Se ci atteniamo ai compiti istituzionali possiamo fare bene, senza troppe divagazioni e digressioni. Che si possono fare, ma la nostra barca ha navigato in acque agitate e ora bisogna riportarla in acque più calme.

Quali sono le prime iniziative all’orizzonte?

Abbiamo intenzione di fare un’iniziativa che l’anno scorso abbiamo fatto bene, la giornata del medico. È già programmata per settembre, faremo fare il giuramento di Ippocrate congiunto di tutti gli iscritti e premieremo i medici che hanno raggiunto i 50 anni dalla laurea. Abbiamo ripreso dopo due anni di assenza e vogliamo rifarla.
In più vogliamo riportare i medici all’Ordine, proprio nella nostra sede. Negli ultimi tempi i certificati si rilasciano per via elettronica, ma noi vorremmo ricreare un ambiente in cui il medico può venire all’Ordine e trovarsi a casa sua.


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