PALERMO – “Il Comune ci vieta l’ingresso nel padiglione della pista indoor allo stadio delle Palme, riservandolo solo a poche società e escludendo gli atleti amatori. E così veniamo penalizzati”. Il mondo dello sport palermitano è in subbuglio per la protesta portata avanti dal “Libero comitato spontaneo di atleti amatori”. Un comitato nato in questi giorni e che raggruppa atleti amatori che chiedono al comune di Palermo di tornare sulla decisione di limitare l’uso del padiglione sito all’interno dello stadio agli atleti specialisti.
Si tratta di una struttura costruita nel 1968, nel pieno dell’emergenza provocata dal terremoto del Belice: centinaia di palermitani vennero ospitati proprio allo stadio delle Palme, dove le autorità dell’epoca decisero di costruire un capannone che servisse da magazzino per i beni di prima necessità destinati agli sfollati. E, finita l’emergenza, si decide di convertire il padiglione all’uso sportivo creando una pista a quattro corsie e una fossa per il salto il lungo.
E negli anni in tanti, amatori e professionisti, l’hanno utilizzata specie nei giorni di pioggia per effettuare il riscaldamento o lo stretching. Almeno fino al 21 gennaio, quando hanno trovato sulla porta d’ingresso un cartello firmato dal capo impianto: “Si comunica alle società che l’utilizzo della pista coperta è riservato esclusivamente per le discipline velocità, ostacoli, salto in lungo e triplo”. Insomma, accesso vietato agli amatori o a chi non pratica una delle quattro discipline.
Una decisione, adottata direttamente dalla dirigente comunale Fernanda Ferreri, che ha scatenato le proteste delle società escluse. “Stiamo parlando di una struttura che per anni è stata utilizzata da diverse categorie di atleti per attività federali, amatoriali, giovanili e di promozione sportiva – dice Giovanni Palmisano, a capo dell’omonima associazione dilettantistica, una delle più antiche della città – e oggi ci ritroviamo in questa situazione assurda. Io sono cresciuto qui, mio padre era il custode dello stadio e questa struttura è sempre stata aperta a tutti e come società paghiamo anche un canone per l’uso del padiglione. Ma dal 21 gennaio ci hanno precluso l’ingresso, e vorremmo capire come fa il Comune a distinguere tra atleti specialisti e non”.
E così Palmisano, insieme a numerosi atleti, ha creato il comitato che da giorni protesta. “La struttura è da sempre destinata a queste discipline sportive – replica la Ferreri – è solo che fino ad ora, nei giorni di pioggia, qualcuno si metteva al chiuso causando però contrasti e disagi, da qui la necessità di fare questa precisazione. Abbiamo offerto a queste società un’alternativa, ovvero la palestra della piscina comunale che si trova a poca distanza, anche se a pagamento, ma voglio ricordare loro che hanno l’autorizzazione per l’uso degli spazi esterni dello stadio e non per la pista”.
“Ma noi già paghiamo un canone – ribatte Palmisano – e bisogna tener presente che questa è l’unica struttura pubblica in città in cui poter correre, e ci fa rabbia vedere che la mattina l’impianto resta addirittura chiuso e inutilizzato. Non vorremmo che in tutta questa situazione c’entri il conflitto di interessi che riguarda Gaspare Polizzi, dirigente del Cus, una delle società ammesse nel padiglione, che è anche presidente della Fidal, la federazione di atletica, e consulente a titolo gratuito del Comune proprio per lo stadio delle Palme”.
Un’accusa che il vicesindaco Cesare Lapiana, che ha anche la delega agli impianti sportivi, preferisce non commentare. “Si tratta di una struttura piccola – dice Lapiana – e che deve essere utilizzata solo dagli atleti. Per chi è rimasto escluso, stiamo cercando soluzioni alternative”.
“Il padiglione è sempre stato aperto a tutti, non c’è ragione perché non si continui così – dice il consigliere comunale di Ora Palermo, Fabrizio Ferrara – è un bene della città che va usato con buon senso. Non vorremmo, però, che l’unica cosa che sia cambiata dal 21 gennaio ad oggi sia proprio questa consulenza e la volontà di avvantaggiare i propri atleti come se detenesse un specie di monopolio. L’amministrazione Orlando dice di voler candidare Palermo a capitale dello sport per il 2017, ma non mi sembra che questo sia un buon inizio: come sempre si predica bene e si razzola male”.
“La mia consulenza, peraltro a titolo gratuito, non c’entra nulla – risponde Polizzi – la federazione ha stabilito che quell’impianto è indoor da sempre, abbiamo proceduto all’omologazione dell’impianto che era deteriorato e lo abbiamo rimesso a nuovo. Il problema è che veniva usato da persone che con l’atletica non c’entrano nulla, bloccando l’attività istituzionale della federazione. E poi c’erano anche dei seri motivi di sicurezza che ci hanno spinto alla decisione, la consulenza non c’entra. Grazie alla federaziona nazionale abbiamo omologato l’impianto che ospita adesso anche gare regionali. Gli amatori vi possono accedere ma solo sotto la responsabilità dei propri allenatori”.