PALERMO – Non basta accertare che il contatore sia manomesso, ma bisogna dimostrare che il “colpevole” sia l’utilizzatore dell’immobile. È questo il principio applicato dal giudice monocratico Giangaspare Camerini che ha assolto un carabiniere imputato per furto di energia elettrica.
Nel 2019 i tecnici dell’Enel fanno un controllo in via Sferracavallo e scoprono che il contatore dell’imputato è stato manomesso. Il carabiniere spiega di avere fatto una voltura quando si è trasferito da un appartamento a un altro nello stesso residence. Aggiunge, carte alla mano, di avere sempre pagato regolarmente le bollette.
Il giudice ha ritenuto il suo racconto “vero, genuino e attendibile”. D’altra parte, come ha spiegato l’avvocato della difesa, Igor Runfola, non poteva certo accorgersi, come sostiene l’accusa, che i consumi fossero diminuiti. La sua buona fede è provata dal fatto che lo scostamento di consumi, dopo avere cambiato casa, ammontava a 196 euro in due anni. Non poteva accorgersi dell’errore.

La Corte di Cassazione ha stabilito che “bisogna dimostrare il dolo”. Occorre provare che il nuovo titolare del contatore sia “consapevole della manomissione della mancata registrazione del consumo di energia da parte dell’utilizzatore”.