PALERMO – Una trentina di pagine per passare ai raggi X le spese sostenute dai partiti alle ultime Comunali di Palermo, quelle del 2022, analizzando costi, entrate e giustificativi. E’ stato pubblicato il “referto” della Corte dei Conti, sezione di controllo della Regione siciliana, sui rendiconti relativi alle spese per la campagna elettorale dello scorso anno che ha portato Roberto Lagalla a Palazzo delle Aquile. Un controllo che rientra tra quelli previsti per legge e che serve non solo a verificare che siano stati rispettati i limiti nella spesa elettorale di candidati e partiti, ma a rendere note le somme che i privati hanno elargito dal momento che il finanziamento pubblico è venuto meno.
Le spese elettorali dei partiti
Dal report emerge che la politica ha ormai stretto la cinghia, con spese ben al di sotto della soglia massima (per Palermo fissata in 547.369 euro) e con varie liste che non hanno ricevuto alcuna donazione o sostenuto spese. A ricevere più finanziamenti è stata la lista “Alleanza per Palermo” di Totò Lentini con 30.700 euro e spese giustificate per 28.332,57 per mezzi di propaganda; segue “Rinascita Palermo” di Francesca Donato con 30.535,22 euro di finanziamenti, tutti spesi per sostenere la candidata a sindaco (67%) e i candidati al consiglio (32% per volantini). Al terzo posto Fratelli d’Italia Palermo con 17.988 euro a cui sommare Fdi nazionale (7.800), al quarto “Sinistra civica ecologista” con 8.589 euro incassati e 1.500 di spese non ammesse (contributo al candidato sindaco).Poi Azione con 5.130 mandati dal partito nazionale, 922 euro spesi per manifesti, 3.120 per propaganda e 1.040 per manifestazioni.
La nuova Democrazia cristiana ha incassato 4 mila euro, Potere al popolo si ferma a 750 euro (spesi in tipografia) mentre Forza Italia chiude la lista con appena 326,3 euro e spese per 424 (di cui la maggior parte per l’autenticazione delle firme). Dichiarazioni pari a 0 per tutti gli altri fra cui Lega, Udc, Progetto Palermo, M5s, Pd, lista Lagalla.