PALERMO – Da aprile è un’escalation senza fine. Il Cep è sotto assedio, con furti e spaccate che seminano panico e paura. E non solo tra i negozianti. Nel quartiere periferico di Palermo cresce la preoccupazione tra chi ha un’attività commerciale, ma anche tra i residenti: “Come possiamo sentirci al sicuro se ogni notte bande di malviventi sono pronte a colpire?”, dice chi abita tra le vie Pietro Scaglione e Brunelleschi, tra le strade più bersagliate.
“Ci sentiamo abbandonati”
“Già dopo le 20 torniamo a casa, l’atmosfera non è delle migliori. Qui ci sentiamo abbandonati, non ci sono controlli”. Insieme al numero di assalti ai danni delle attività commerciali, sale la tensione: sette i colpi messi a segno nel giro di poco tempo, tra cui due nella stessa notte. Tra giovedì e venerdì, infatti, sono stati presi di mira l’ufficio postale e un negozio di autoricambi di via Brunelleschi. La dinamica è sempre la stessa: con un’auto è stato sfondato l’ingresso delle Poste, i ladri hanno passato al setaccio i locali, volevano forzare il postamat.
Una lunga scia di colpi
La polizia ha trovato sul posto l’ennesima macchina oggetto di furto, una Fiat Cinquecento L, tra i modelli più rubati nel capoluogo siciliano. “Siamo esasperati – dice il titolare di un bar della zona – noi commercianti la notte non dormiamo più. Viviamo nell’incubo di ricevere una telefonata che ci avvisa dell’ennesimo colpo, cerchiamo di proteggere le nostre attività, ma lo stato d’animo è pessimo. Siamo scoraggiati, feriti dal punto di vista economico e morale. Sistemi d’allarme e telecamere non bastano, qui serve un presidio fisso, la situazione è critica”.
Sicurezza “fai da te”
C’è chi ha collocato piante e panchine davanti ai negozi, chi si affida alla vigilanza privata: “Facciamo quel che possiamo – dicono i negozianti – ma non è sufficiente. Questa gente non ha paura di niente, sa che non va incontro a pene pesanti, sa di poterla passare liscia”. Pessimismo e sconforto tra chi, da decenni, porta avanti un’attività, ma dice adesso di essere stanco e demotivato: “Basta, forse è meglio chiudere. Abbiamo bisogno di aiuto, non di promesse”.
La scia di assalti è partita a metà aprile, quando è stato preso di mira un tabacchi in via Pietro Scaglione, In questo caso i malviventi hanno sfondato la vetrata e sono scappati con soldi, gratta e vinci e decine di stecche di sigarette. In quell’occasione la banda è fuggita con la Cinquecento usata come ariete, visto che il mezzo destinato alla fuga era in panne.
Auto rubate e incendiate
Pochi giorni dopo, a distanza di pochi metri, è stata svaligiata un’ottica: i ladri hanno portato via montature per migliaia di euro, dopo avere lanciato un’auto a forte velocità contro le vetrine. Il mezzo, risultato rubato, è stato trovato poi incendiato in via Paladini. E ancora i furti ai danni di un laboratorio di analisi tra le vie Vanvitelli e Inserra, dove è stata divelta la saracinesca e quello in una farmacia di via Besio.
Anche nel caso dell’assalto al supermercato “Paghi Poco” di via Brunelleschi, l’auto usata come ariete è stata poi data alle fiamme. “Altro che Bronx – commenta un residente -. Come facciamo a stare tranquilli? Cosa sta succedendo nel nostro quartiere? Vogliamo risposte”. Risposte che cercano di trovare anche i consiglieri della sesta circoscrizione, che hanno già da tempo chiesto un incontro con il prefetto.
“Necessario incontro col prefetto”
“Già a novembre, tramite Pec, avevamo sollecitato un incontro per affrontare l’emergenza sicurezza, purtroppo ancora irrisolta”, si legge in una nota firmata da Giuseppe Valenti, Ciro Cracolici, Roberto Li Muli, Antonio Nona, Teresa Monforte, Pietro Bucchieri, Fabio Pernice, Franco Siino, Domenico Salerno e Giacomo Cuticchio.
“In azione bande organizzate”
“I residenti vivono in un clima di paura e disagio, con un’escalation di furti (auto, attività commerciali e ora anche servizi pubblici) che mina la qualità della vita e la fiducia nelle istituzioni. La modalità operativa, con veicoli rubati e per rapidità d’azione, conferma la presenza di bande organizzate e l’assenza di un presidio fisso facilita la reiterazione di questi reati”.
“Risposte, non promesse”
“Chiediamo un incontro immediato con prefettura e questura per valutare l’istituzione di un presidio fisso nel quartiere. E’ necessario il potenziamento dei controlli notturni e delle telecamere di sorveglianza e il coinvolgimento attivo dei residenti in progetti di sicurezza partecipata. Non possiamo più tollerare – concludono dalla circoscrizione – che intere comunità siano lasciate in balia della criminalità. Chiediamo risposte concrete, non più promesse”.