Palermo, "cemento scadente": 14 imprenditori sotto accusa

Palermo, “cemento scadente”: 14 imprenditori sotto accusa

Il processo riguarda due imprese della famiglia Impastato e altre ad essa collegate

PALERMO – Dagli impianti della Unicem e della Trinacria Calcestruzzi a Montelepre, in provincia di Palermo, sarebbe uscito cemento depotenziato o in quantità minore di quanto concordato con i clienti.

L’elenco degli imputati

Il giudice per le indagini preliminari Paolo Magro, lo scorso 23 gennaio, ha rinviato a giudizio 14 imputati: Luigi, Stefano e Giovanni Impastato; Giuseppe Giaimo, Rosario Rosato, Filippo Scenna, Salvatore Abbate, Vincenzo Scirica, Giuseppe Plano, Francesco Musso, Giuseppe Aiuto, Sebastiano Licari (classe 1993), Sebastiano Licari (classe 1972), Giusto Giordano.

I reati contestati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giorgia Spiri e Alfredo Gagliardi sono, a vario titolo, associazione a delinquere, truffa, frode in pubbliche forniture e frode in commercio.

I lavori incriminati

Le imprese degli Impastato avrebbe fornito materiale scadente. Vittime della truffa sarebbero state le imprese che hanno utilizzato il calcestruzzo e i committenti dei lavori: Comune di Balestrate (lavori al cimitero), Rfi (muro di contenimento linea ferrata Balestrate, linea ferrata di Terrasini e Paceco), Comune di Palermo (canale di scolo in via Messina Montagne, rete fognaria quartiere Cala e posa della fibra ottica), più alcune imprese private.

La difesa

Gli Impastato hanno respinto ogni accusa, sostenendo che le forniture sono sempre state qualitativamente e quantitativamente conformi agli ordini ricevuti. E stanno provvedendo a fare delle campionature al termine delle quali sono certi che emergerà l’idoneità del materiale usato.

Le indagini erano partite da Andrea Impastato, originario di Cinisi, che ha scontato una condanna per mafia, e si sono poi estese alle imprese intestate ai figli. Il padre avrebbe goduto dell’appoggio del capomafia di San Lorenzo Salvatore Lo Piccolo, mentre i figli denunciarono gli esattori del pizzo, facendoli condannare a pene pesanti. “Sono vittima del racket”, ha sempre gridato Andrea Impastato.

Gli stessi giudici misero per iscritto che dal 2007 in poi Impastato aveva denunciato gli uomini del racket. Nel 2017 arrivò il sequestro della Unicem, ma il procedimento di misure di prevenzione si è concluso con il dissequestro. Già in precedenza il Cga aveva pure bocciato un’interdittiva antimafia emessa dal prefetto. Ed è proprio durante il periodo dell’interdittiva che sarebbero stati commessi i presunti reati.

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